ITINERARI E LUOGHI
La (nuova) Vucciria di Guttuso, le carceri e il soffitto ligneo: tornano le visite allo Steri
Il complesso monumentale di Palazzo Chiaramonte Steri a Palermo torna fruibile alla città nella sua integrità con un serie di belle sorprese. I giorni e gli orari di visita
Palazzo Chiaramonte Steri a Palermo
E con lo Steri una serie di sorprese tornano ad essere visitabili. Dalle carceri della Santa Inquisizione, al soffitto trecentesco della Sala dei Baroni fino alla Vucciria di Renato Guttuso, al centro di un nuovo allestimento museale che ricrea voci e suoni del mercato palermitano.
L'Università ha fatto una scelta strategica, ha deciso di mettere a sistema i suoi spazi creando una sinergia fattiva, ma restituendo nello stesso tempo, a Palermo, parti importanti della sua storia.
«Questa è la nostra sede più importante - dice il Rettore dell'Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari –, l'emblema del vicendevole rapporto di compenetrazione e appartenenza tra Ateneo e Città -. La riapertura al pubblico di questo luogo straordinario rappresenta un'occasione di conoscere ed ammirare la realtà di un contesto storico profondamente legato alla storia di Palermo e della Sicilia».
Lo Steri riaprirà e con delle belle sorprese: prima tra tutte è la Vucciria di Renato Guttuso che, rientrata in Sicilia dopo essere rimasta esposta a lungo alla Camera dei Deputati, troverà una nuova, importante e strutturata, musealizzazione.
La Vucciria è tornata a casa e, per l’occasione, l’Università di Palermo le ha costruito un involucro nuovo di zecca, immersivo, struggente, cuore del nuovo percorso di visita che restituisce lo Steri alla città.
La tela che Renato Guttuso dipinse nell’arco di alcuni mesi, nel 1974 – leggenda vuole che il pittore facesse arrivare, nel suo studio di Velate, frutta e verdura di giornata per ricreare e poter così riprodurre, i colori del mercato palermitano – ha ripreso posto nell’antica sala delle Armi del palazzo medievale, a piano terra, dove era stata sistemata nel 2004 su iniziativa dell’allora rettore Giuseppe Silvestri.
In seguito fu spostata nella stanza del prorettore vicario e poi nella Sala dei Baroni al primo piano: oggi, dopo una lunga trasferta a Roma, nella Sala della Lupa a Montecitorio, la tela di Guttuso è tornata finalmente nella città che da sempre l’ha riconosciuta come sua opera-simbolo.
E ha trovato ad attenderla il nuovo spazio.
Nella sala delle Armi, la Vucciria – 3metri x 3metri, Guttuso per dipingerla si servì di un elevatore per lavorare in quota - è stata collocata in una nicchia che la accoglie come un abbraccio.
Grazie ad un particolare studio sul sistema di illuminazione e adeguati puntamenti, la Vucciria balza fuori in tutta la sua prorompente e unica bellezza: l’effetto è quello di un faro che passa sulle figure sbozzate che appaiono tra pesci, frutta, verdura, quarti di carne “una grande natura morta con in mezzo un cunicolo entro cui la gente scorre e si incontra” scrive lo stesso Guttuso.
Avvicinandosi al quadro, si ascolteranno le voci del mercato – le tipiche “banniate” – registrate e conservate negli archivi del Cricd, il Centro regionale del Catalogo. L’allestimento curato da Marco Carapezza, Paolo Inglese e Maria Concetta Di Natale e realizzato dall’architetto Maria Carla Lenzo, è completato da alcuni pannelli con biografia, note critiche, scritti di colleghi e intellettuali, uno schizzo pubblicato dal Villabianca dell’antica Bocceria.
Sui monitor scorrono contributi video dalle Teche Rai, dal “Diario di Guttuso” realizzato da Giuseppe Tornatore nel 1982 e dal documentario del 1975 "Come nasce un’opera d’arte. Renato Guttuso", oltre ad una postazione dove ascoltare la voce del grande pittore bagherese.
A partire dalla Vucciria di Renato Guttuso, chi visiterà l’hosterium magnum voluto da Manfredi I Chiaromonte, scoprirà un insieme stratificato di periodi storici, da leggere come un tutto disomogeneo, certo, ma non stridente.
Dalle carceri segrete della Santa Inquisizione, vero mansionario nascosto di preghiere, invettive, disegni che i prigionieri di Torquemada graffiarono sulle pareti; all’atrio imponente, agli spazi liberi dagli uffici universitari.
E su per le scale per raggiungere la sala dei Baroni dove da poco più di un anno è stato restituito nella sua straordinaria bellezza, il soffitto ligneo trecentesco, vera Bibbia cavalleresca, unico in Europa per ampiezza di uno spazio non religioso.
Il restauro, guidato dall’architetto Costanza Conti e dall’ingegner Antonio Sorce, era stato completato da poche settimane quando la pandemia ha chiuso i siti culturali: è giunto il momento di riprendere le visite, che, a fine mese, ingloberanno anche il nuovo Museo dell’Università e le sale recuperate.
Altra novità è il circuito Steri-Orto Botanico, con un biglietto unico. Una scelta in più data al visitatore.
«Non potevamo certamente tirarci indietro - commenta Letizia Casuccio, direttore generale di Coopculture - oltre che motivo di orgoglio per il riconoscimento del buon lavoro svolto con l'Orto Botanico, oggi più che mai è una chiamata alla ricostruzione che non potevamo disertare.
Restituire lo Steri e La Vucciria a Palermo vuol dire accendere una luce di speranza, per una città che nella cultura può nuovamente trovare la direzione per il riscatto che merita».
Come e quando visitarlo
Il complesso monumentale dello Steri è visitabile ogni giorno: dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 20.00, mentre il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 20.00. Per maggiori informazioni è possibile chiamare al numero 091 23893788.
Previsto un biglietto per l’intero complesso – 8 euro intero e 5 euro ridotto - da acquistare anche online e una carta integrata che creerà un circuito con altri siti culturali della città: diverse le tipologie previste, da scegliere secondo le proprie esigenze.
A breve sarà anche possibile scaricare un’App che migliorerà la fruizione delle carceri dell'Inquisizione, con un percorso dedicato ai bambini, che potranno così entrare in contatto, giocando, con la storia del palazzo.
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