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La nuova classifica (verde) di Legambiente in Sicilia: quali sono i "Comuni ricicloni" 2025

Questi centri vengono considerati Comuni Rifiuti Free, sulla base della minore produzione pro-capite di rifiuto secco indifferenziato avviato a smaltimento

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 24 gennaio 2025

Chiesa del Santissimo Salvatore a Mazara del Vallo

Questo venerdì, come ogni anno, all’interno della presentazione del dossier Comuni ricicloni Sicilia 2024, avvenuta all’interno della sede regionale di Legambiente Sicilia, sono stati premiati i comuni più virtuosi della nostra regione, che si sono distinti l’anno scorso nella gestione della raccolta differenziata dei rifiuti.

Molteplici sono stati gli spunti che sono emersi durante la manifestazione, tra cui l’importanza di continuare a puntare su impianti dedicati al riciclo e a politiche ambientali all’avanguardia, che si scostino da vecchie mentalità consumistiche che vedono i rifiuti solo come oggetti da scartare o – ancor peggio – da eliminare, rilasciando inquinanti nell’atmosfera.

Per fortuna, tra i dati emersi durante l’evento sono state molteplici le buone notizie, sebbene a pesare enormemente sull’attuale situazione siciliana ci sono i noti problemi di conferimento dei rifiuti nelle ormai vecchie discariche delle principali città siciliane (come Palermo e Catania). T
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Tra i meriti però del report di Legambiente c’è proprio la possibilità d’individuare quali sono i principali responsabili di una crisi che costringe il popolo siciliano ad avere tra le tasse sui rifiuti più alte d’Italia.

Considerando i comuni sotto i 5.000 abitanti, i comuni più virtuosi nel corso del 2024 sono stati Santa Cristina Gela, nel palermitano, Longi e Sinagra, nel messinese, e le cittadine di Mirto e di San Cipirello, che presentano una media di 75 kg d’immondizia prodotta ad anno per abitante e raggiungono il 65% di raccolta differenziata.

Questi comuni vengono considerati da Legambiente come Comuni Rifiuti Free, sulla base della minore produzione pro-capite di rifuto secco indifferenziato avviato a smaltimento.

Per quanto riguarda invece i comuni la cui popolazione presenta un maggior numero di persone, fino a 15.000 abitanti, tra i Comuni Rifiuti Free è possibile elencare diversi comuni del palermitano, come San Giuseppe Jato, Cinisi, Montelepre, Marineo ed Altofonte.

Per quanto riguarda invece le altre province, Paceco, cittadina del trapanese, risulta invece in quarta posizione relativamente ai comuni più virtuosi di questa categoria.

Mazara del Vallo risulta invece essere il comune con più di 15.000 abitanti che produce meno rifiuto secco a livello regionale, dimostrando che la nostra regione sta incrementando, tra mille difficoltà e lungaggini, le percentuali di raccolta differenziata.

Andando alle criticità e guardando ai capoluoghi di provincia, è indubbio che le grandi metropoli sono il punto debole del sistema della differenziata siciliana. Catania e Palermo corrispettivamente sono la seconda e la prima città per quanto riguarda la produzione pro capite di rifiuti, con solo Enna, Ragusa, Agrigento e Trapani a raggiungere l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata.

La situazione più drammatica è ovviamente quella di Palermo, la cui discarica di Bellolampo si avvicina a concludere il proprio ciclo vitale. Passando nuovamente alle belle notizie, i comuni vincitori del premio Ricicloni (che viene assegnato a quei comuni che riciclano maggiormente i propri rifiuti) sono Mirto, per i comuni sotto i 5.000 abitanti, San Giuseppe Jato, per i comuni che arrivano a 15.000 abitanti, Pedara e Mazara del Vallo per i comuni che dispongono più di 15000 abitanti.

«Nel 2023, secondo gli ultimi dati ISPRA disponibili, la Sicilia ha differenziato il 55,2% dei suoi rifiuti ha dichiarato Fabio Costarella, Vice direttore Conai, consorzio che ha partecipato alla realizzazione del Report.

«Ossia più di 1 milione e 188mila tonnellate, su un totale di oltre 2 milioni e 153mila tonnellate di rifiuti prodotti».

Non mancano tuttavia le criticità. Secondo Tommaso Castronovo, Presidente di Legambiente Sicilia, il nostro governo regionale «anziché puntare a riduzione, prevenzione, riutilizzo, riciclo e sviluppo di impianti per il riciclo, le priorità indicate dal Piano Regionale di Gestione dei rifiuti urbani risultano ancora essere lo smaltimento e l’incenerimento, tramite discariche e inceneritori che, a nostro avviso, ingesseranno nei prossimi decenni i sistemi di gestione della raccolta differenziata, aggravando i costi dello smaltimento dei rifiuti».

Ciò avrà importanti riflessi sulla tariffa a carico dei cittadini.
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