STORIA E TRADIZIONI
La memoria che vive: a Palermo nasce un archivio dedicato al giornalista Salvo Licata
Raccontò Palermo in modo semplice e poetico, un modo unico il suo, che fece da apripista ad una intera generazione di registi, scrittori e poeti che hanno amato la città
Il giornale L'Ora
Da diversi anni la figlia del giornalista, che tiene sempre viva la memoria del padre portando sul palco i suoi spettacoli insieme a Salvo Piparo, aspettava dal Comune - su una proposta fatta proprio dal sindaco Orlando - uno spazio dove potere raccogliere, conservare e mettere a disposizione di tutti, il vasto archivio di casa Licata.
«Ci saranno i suoi articoli, i suoi libri, i suoi copioni teatrali, ma anche i fogli con i suoi appunti - racconta il cuntista Salvo Piparo - ma anche le sue foto. Lo spazio è stato affidato all'associaizone Kleis di cui facciamo parte sia io che Costanza.
Lo spazio designato è il ridotto del cinema De Seta ai Cantieri Culturali della Zisa, l'associaizone Kleis farà un investimento per sistemare gli spazi e adibirli ad archivio con uno spazio dedicato allo studio e anche un piccolo teatro dove potere organizzare reading o «semplicemente dove potere raccontare chi era Salvo Licata, continua Piparo.
Giorno 1 aprile sarà l'anniversario della morte, saranno vent'anni, sarebbe bello inaugurare lo spazio quel giorno, ma per poterlo fare dovrebbero consegnarci le chiavi adesso. Speriamo che la lenta burocrazia di questa città non faccia sfumare questa importante opportunità per ricordare un illustre cittadino come lui».
Salvo Licata lavorò per il quotidiano l'Ora nella stessa stanza con Michele Perriera e Mauro De Mauro nel periodo degli anni delle guerre di mafia in città, quando i morti ammazzati erano all'ordine del giorno.
Amava raccontare le borgate e la gente del popolo. Era un antropologo senza esserlo, andava nei quartieri a raccogliere storie che scriveva per il giornale l'Ora che dopo ancora diventavano personaggi per il suo teatro. Quando l'Ora chiuse passò al Giornale di Sicilia e anche qui trovò una sua identità, si occupava di cronaca nera ma anche di cultura.
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