STORIE
Giovane e siciliana: Federica, imprenditrice dell'anno che sogna "le donne del vino"
Federica Fina, 31 anni, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della Confcommercio Sicilia e dice: «Sogno una rete di investitori in Sicilia. C'è spazio per tutti». Ecco la sua storia
Federica Fina
È da quel focolare domestico intenso e di unione di sacrifici e ambizioniche comincia la storia della 31enne Federica Fina, nata a Marsala, con il Dna "stellato" e radioso che illumina la valorizzazione del suo adorato territorio e di una delle più famose tenute vinicole in Sicilia e anche all'Estero.
Federica ha ricevuto, lo scorso 28 giugno, il doppio riconoscimento della Confcommercio Sicilia come Prima Classificata “Giovane donna imprenditrice dell’anno” e seconda classificata per “Impresa è donna - Imprenditrice dell’anno”, per cui “ha condiviso felicemente” il podio con un’amica Annalisa Pompeo di GoEatSicily (arrivata prima) e Arianna Campione di Kymia (terzo posto).
Poi, lui comincia la sua produzione di vino da taglio alla fine degli anni Ottanta – inizi Novanta, quando conobbe l'accreditato padre dei "Supertuscans" Giacomo Tachis (nonché l'anima del rinascimento dell'enologia italiana) per poi affiancarlo per 20 anni. Ha lavorato all'Istituto Regionale della Vite e del Vino partecipando ad uno studio sperimentale importante che ha segnato una svolta per la Sicilia enoica organizzando varie manifestazioni internazionali. All'epoca il presidente dell'istituto era Diego Planeta.
Alla nostra domanda che aspettative hai per te stessa, oltre che per i tuoi familiari? «Noi siamo affamati di sogni – risponde con un annuncio per noi - e si intuisce da quella collinetta che guarda alle Isole Egadi. Abbiamo chiamato la nostra struttura enoturistica ‘Orizzonte Fina’ perché l'idea è di raccontare quel sogno puntando a quell'orizzonte ma dietro l'orizzonte c'è l'infinito quindi un altro sogno da realizzare. Sto pensando a un progetto che vorrei far avanzare con le "Donne del vino Sicilia".
Mi piacerebbe un progetto madrina ovvero la formazione al contrario, dove ogni imprenditrice prende sotto la sua ala tre /cinque ventenni, farle diventare la propria ombra e insegnare loro un mestiere. Prima l'esperienza sul campo poi la sezione teorica».
I flashback d'infanzia si moltiplicano. «Affittavamo tre zone di coltivazione – si entusiasma l'energica donna - con altrettante diverse cantine. Un tour de force incredibile durante la vendemmia: tra il controllo uve, l'ok per la raccolta e giri per vigneti. Tutta la famiglia si riuniva in cantina nella vendemmia ad agosto e dava una mano a nostro padre, persino mia madre
Mariella che di professione era insegnante di sostegno accompagnava a 360 gradi l’attività di mio padre».
Decisa e testarda già a 13 anni, quando ancora neppure la cantina era stata costruita, confessa: “Mamma voglio andare a studiare Marketing e Comunicazione d'impresa a La Sapienza di Roma perché un giorno voglio lavorare in cantina e mi piaceva Roma.
Il brand con il nostro logo nasce nel 2002, quando si andava ancora in altre cantine per produrre le prime quattro etichette: "Caro Maestro’"con taglio bordolese dedicato a Tachis, Chardonnay, Sauvignon Blanc e il Grillo che a Marsala è come una bandiera. Il progetto Fina aveva preso forma ma non avevamo abbandonato il vino sfuso. Ora ha 15 referenze».
Una volta giunta al diploma del liceo classico, ha sostenuto i test d'accesso per "La Sapienza" per cui si era preparata a "prova di bomba" per portare avanti il suo sogno.
Ha finito gli studi nel 2014 ed è tornata in cantina ma le mancava ancora qualcosa per ritagliarsi del tutto uno spazio ben preciso in azienda e per imparare ancora qualcosa. Così è partita per Londra per realizzare un'esperienza formativa di marketing per sei mesi, tramite richiesta di intership, lavorando per un’azienda di telecomunicazioni e apprendendo i canali internet, oltre che la lingua inglese.
Nel suo percorso universitario c’è stato il terribile freno della morte di sua madre che l'ha un po' bloccata. Ma Federica ha ripreso la carreggiata proprio rammentando le parole della signora Mariella che l'hanno fatta emergere dalla tristezza infinita: «Devo tornare ad essere la donna forte che mia madre mi ha insegnato ad essere e Roma mi può aiutare a concretizzare il sogno.
Mia madre ha creduto molto in me, in generale entrambi i miei genitori. Ho voluto fare la mia parte guidata dal loro esempio che ha creato un’impresa autorevole dal nulla». Quando i coniugi Fina si recavano al Vinitaly, non sapevano granché di commerciale e rapporti con l’Estero.
La prof. Mariella aveva avviato per prima queste interlocuzioni con un inglese scolastico imparato durante la ore di didattica nelle sue classi, dove trascorreva molto del suo tempo. La dedica più emozionante alla madre di Federica è stata l’etichetta “Mamarì” (mamma Mariella) che ha conquistato anche la gran Medaglia d'Oro al Concorso internazionale di Città del Vino.
L'intraprendente Federica, pur giovanissima, assume un ruolo di spessore e di volano per l’azienda nel cuore dell’incantevole Marsala e metabolizza stavolta da sola l’atmosfera della cantina e degli uffici osservando la frenesia di padre e fratelli e ponderando la sua specializzazione fino ad occuparsi quasi a tempo pieno di enoturismo.
Nel 2015, la famiglia di imprenditori apre la struttura accanto alla cantina, adibita all’accoglienza dove si effettuano visite in cantina, aperitivi, degustazioni, tutto coordinato e raccontato dalla nostra protagonista. In futuro, si pensa di organizzare delle stanze per ampliare la recettività “ma siamo ancora giovani - afferma con orgoglio Federica – per poter
espandere il nostro concetto di imprenditoria e i progetti”.
Ma l’euforia del vino e la location di un vigneto non possono non incorniciare matrimoni e persino concerti. “Nell’ultimo concerto prima della pandemia - rinfresca Federica – si è esibito Ron. Si riaprirà alla musica dal 2 al 12 agosto perché gli eventi si svolgono in prossimità di ‘Calici di Stelle’ visto che rientriamo nel Movimento Turismo del Vino. L’11 è previsto Roy Paci.
Quest’anno ritorna anche ‘Che brillerà’, una chicca di rassegna”. La donna stacanovista Kikè, molto presente nei tour dei winelovers e nelle dinamiche di sponsorizzazione neiSocial Network, si trasforma anche in “Brand Ambassador” nei periodi autunnali viaggiando come una trottola multitasking praticamente in tutto il mondo e facendo affiancamento agli importatori aziendali e anche scouting per queste figure professionali.
Per esempio, Federica è riuscita a guadagnarsi una buona fetta di mercato degli Stati Uniti anche se ci sono dei Paesi ancora scoperti dalla presenza degli importatori. In questo caso, Federica cerca degli appuntamenti con questi importatori per proporre e “piazzare” le proprie etichette.
«Come core business abbiamo sicuramente l’Italia, da qualche anno siamo in campo con l’Estero - spiega la frizzante imprenditrice -. Ci appoggiamo anche ad un export manager che ci pubblicizza ed io poi parto per materializzare la presa in carico dei nostri vini attraverso gli incontri».
In Europa l’Azienda è un po’ ovunque con un’ottima copertura in Germania e in Svizzera. Ultimamente, Federica è stata anche a Malta. Ma non si è fatta scappare la promozione e la vendita anche in Cina, in Giappone e appunto l’America in particolare Ohio, New York, Seattle, Vancouver e in California. Ha trascorso l’ultima esperienza a San Francisco nell’evento “ViVino”, dove ha ottenuto il giusto aggancio.
Un mese e mezzo (da ottobre fino a fine novembre 2019) vissuto in America, per lei, è servito ad affiancarsi ad altri specialisti di settore oppure a cercare altri importatori per poter avviare la commercializzazione, laddove ancora non ci fosse. L’azienda Fina produce la bellezza di 650mila bottiglie l’anno su 15 referenze diverse per 30 ettari di proprietà, di cui 20 ettari sono stati impiantati e seguiti dal capofamiglia e artefice di tutto, il signor Bruno. “Andiamo anche fuori dagli standard perché ci cimentiamo anche nel Traminer e Sauvignon, che non sono tipici della Sicilia. Il Kikè dedicato a me è fatto dal 90% Traminer e il 10% da Sauvignon Blanc”.
«È un lavoro che ti può sorprendere – incalza Federica -. Puoi organizzarti diversamente con i contatti se capitano. Il Kikè è stato impiantato nel monte Erice qui vicino e nasce nel 2009. Menzione speciale per il Mamarì. Il Sauvignon Blanc in purezza esisteva già da qualche anno prima del Kikè. Gli cambiamo l'etichetta da tre anni per onorare mia madre. Entrambe le donne della famiglia vengono così celebrate».
Kikè spunta dal fatto che da bambina tutti la chiamavano Chica. Essendo la più piccola di casa il nome veniva accorciato a Chichetta e poi per far prima Chichè. La piccola di casa è pure socia amministratrice, insieme a suo fratello Sergio mentre il maggiore Marco è l'amministratore delegato.
Lei è gelosissima dei Social e le piace comunicare in maniera spontanea e genuina per far entrare la gente in famiglia e per farlo devi essere parte integrante. Non intende cedere la comunicazione ad agenzie esterne che hanno provato a proporsi come sostitute. Guida le degustazioni da lunedì al venerdì. Ad agosto si comprendono anche sabato e domenica.
Cerca di far funzionare l'agenda e non accavallare gruppi che non superano le 15 persone per il momento. Ad agosto, possono aumentare a 30 a gruppo perché c'è la vendemmia e le richieste sono più alte. Si racconta la storia, si entra nel vivo dell'area produttiva e si va in bariccaia dopodiché si passa alla degustazione emozionale di cinque vini.
Si capisce come il vino è stato creato, il significato della Sicilia enoica e perché tutti i vini portano un determinato nome legato a un ricordo di famiglia, anche molto singolare come il Grillo e il Vola vola" dal vitigno esclusivo Viogner.
«Amo lo sport - divagando sui suoi hobby - quindi cerco di trovarmi almeno 30 minuti nella giornata per fare cross fit anche all'ora di pranzo. Ho accantonato un po' lo yoga che è più serale. Amo il mare e ho la passione per le escursioni nella natura. Sono sempre alla ricerca di posti belli che mi spingano a girare. Amo l'avventura, mi piace anche stare da sola ma di sera cerco le comodità. Ogni viaggio ricorda la bellezza dello stupore quindi non c'è il posto più bello del mondo. Ci si può regalare un momento che ti stupisce».
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