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La maestra con la mano bionica che insegna a sperare: chi è la "supereroina" di Palermo

La storia di Federica, giovane palermitana. Quattro anni fa un brutto incidente le ha stravolto la vita. Una protesi innovativa le ha ridonato autonomia e serenità

Balarm
La redazione
  • 6 dicembre 2022

Federica Aiello, Foto Facebook

«Non smettere di sperare. Mai». È ciò che ripete sempre, a se stessa e agli altri, Federica Aiello, giovane palermitana. Per lei uno dei suoi sogni più grandi si è appena realizzato: una mano bionica, grazie alla quale è riuscita a recuperare la funzionalità del braccio che un brutto incidente le aveva portato via.

La vita di Federica è stata stravolta 4 anni fa, in un giorno di luglio, a seguito dell'aggressione di un pitbull che aveva deciso di adottare insieme al suo ragazzo. Aveva 23 anni. «Ho dovuto riscrivere il mio futuro e non è stato affatto facile», racconta la giovane al Corriere della sera.

Settimane in ospedale, le cure e accettare la perdita dell'arto: un percorso troppo doloroso per una ragazza poco più che ventenne. «Ho affrontato non solo settimane in ospedale - racconta sempre al Corriere -, ma anche una lunga terapia psicologica che ho chiesto io stessa. Per molto tempo sono stata terrorizzata dai cani». A supporto della giovane, intervengono anche una psicologa del servizio pubblico e uno specialista privato «dal quale continuo ad andare perché lo choc e le conseguenze del trauma sono state notevoli».
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Federica però dimostra di avere grande forza e caparbietà e va avanti. Prosegue con gli studi universitari, studia Pedagogia e lavora come educatrice. Il rapporto con i bambini è meraviglioso. Come sempre, i piccoli, liberi da ogni stereotipo, sanno trasformare le diversità in risorse e ricchezza. «Addirittura, quando hanno visto le prime protesi, mi hanno detto “vorrei essere come te”, forse per quell’aria da supereroina dei cartoni che mi dava l’arto artificiale» racconta al quotidiano.

Da pochi giorni un nuovo evento le ha cambiato la vita ma stavolta decisamente in meglio. Grazie a un progetto della Ro.Ga di Enna, una realtà d'eccellenza che costruisce protesi, oggi ha una mano bionica che le ha regalato autonomia e nuove speranze.

Un progetto molto costoso a cui Federica è arrivata anche grazie all'aiuto dell'atleta paralimpica Giusy Versace, che ha dato il via a una gara di solidarietà, a cui hanno partecipato Confindustria e il gruppo Arena Deco. «A loro sarò sempre grata», dice la giovane. «È l'avverarsi di un sogno».
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