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La generazione (disagiata) di Nico Madonia: un siciliano che "scarabocchia" su Instagram

Una carriera (da autodidatta) nata per caso 4 anni fa da un paesino vicino Agrigento. Oggi Nicola ha più di 200 mila follower e rimane sempre un "buon pessimista"

Federica Cortegiani
Giornalista pubblicista
  • 19 giugno 2022

Nicola Madonia (foto di Marco Iacono)

«Sono nato, morto e cresciuto a Cammarata».

Ai lettori più attenti questa frase dovrebbe far capire quasi immediatamente chi è il protagonista della storia che stiamo per raccontarvi. Per i meno "social", invece, probabilmente la frase farà soltanto sorridere.

Ad ogni modo, quel mezzo sorriso che forse vi è spuntato in viso è lo stesso che scappa a chi segue (e condivide) su Instagram i disegni di Nicola Madonia, in "arte" (o meglio, «c'era solo questo nome disponibile») @nicomadonia.

Tranne che per il periodo universitario e una breve parentesi a Parigi, Nicola, 28 anni, ha sempre vissuto nel suo piccolo paesino in provincia di Agrigento con cui - confida - ha un rapporto di amore/odio ma che, di fatto, non lascerebbe mai.

«Mi scontro da sempre con questa dualità - racconta - ma alla fine mi rendo conto di essere legatissimo al mio paese tanto che ho da poco preso casa qui e non ho intenzione di andarmene».
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Un rapporto "complicato", quello tra lui e Cammarata, che ha a che fare con quello che oggi è a tutti gli effetti il suo lavoro, a dispetto di quello che per tanto tempo le persone intorno a lui pensavano.

«Soprattutto all'inizio della mia attività - spiega - quello che facevo non era percepito come lavoro "vero", non era preso sul serio per una questione legata alla cultura e alla mentalità di un'epoca che non riesce a comprendere che con i social si può effettivamente lavorare».

Nicola è infatti un content creator, ossia un creativo che realizza contenuti - nel suo caso si tratta di vignette - per i social, e in particolare per Instagram.

La sua pagina, che oggi conta più di 200 mila follower, porta il suo nome ed è la perfetta rappresentazione di un'intera generazione, con tutti i suoi drammi, paranoie, pensieri, insicurezze che tutti noi abbiamo e che viviamo quotidianamente.

E lo fa con quella sottile ironia che fa sorridere e riflettere allo stesso tempo.

Classici episodi di vita quotidiana, momenti vissuti in famiglia, screzi e litigi con il partner, incomprensioni e disagi vissuti con i propri coetanei che magari si trovano in periodi di vita completamente diversi.

Insomma, Nicola disegna una "normale" quotidianità, senza grandi traumi o disgrazie, in cui tutti possono rispecchiarsi. Con lui e i suoi disegni, fatti di linee semplici e battute altrettanto semplici, crolla quella sensazione del sentirsi soli e disagiati nell'avere certi pensieri.

Ogni sua illustrazione ti fa pensare: "Ok, c'è qualcuno che si sente esattamente come me".

Ed è proprio quella sua capacità di esprimere emozioni e sentimenti comuni a tutti che gli ha permesso di ottenere un successo che, molto probabilmente, neanche lui si aspettava.

Così, oggi il suo profilo Instagram (che è lo stesso da quando si è iscritto) non solo è diventato il suo "posto di lavoro" a tutti gli effetti, ma è anche la "vetrina" che gli ha permesso in soli 4 anni di farsi conoscere a livello nazionale, avviando collaborazioni con aziende in tutta Italia.

Una fra tutte: Spotify Italia, per cui ha curato le grafiche di Wrapped, quella funzione che ti mostra le canzoni, gli artisti, i generi musicali, i podcast che hai ascoltato di più nel corso dell'anno.

Ma come sono nate le vignette di Nico Madonia?

«Ho sempre avuto la passione per la scrittura, ma per qualche strano motivo mi ero iscritto a Giurisprudenza - racconta -. Dopo poco tempo infatti ho mollato perché ho capito che non era la strada giusta per me e ho avuto la "fortuna" (col senno di poi) di attraversare il famoso "blocco dello scrittore".

Così un giorno - continua - mi sono messo a scarabocchiare, a disegnare e creare piccole scenette. Le ho pubblicate sul mio profilo Instagram e da lì è partito tutto. Ho visto che la mia idea piaceva e ho continuato a disegnare.

E, anche se è brutto da dire, il periodo della pandemia mi ha agevolato tanto anche perché, finalmente, non mi sentivo in difetto nello stare chiuso a casa - ironizza - e, soprattutto tutti passavano il tempo sui social e tutti stavano vivendo le stesse emozioni».

Nicola dunque è un autodidatta, ma guai a definirlo grafico o vignettista.

«Non riesco a fare ancora le mani dei miei personaggi - rivela -. Per questo motivo adesso voglio studiare per fare ancora meglio quello che faccio, creando una squadra. Vorrei cambiare il mio modo di disegnare e lasciare un po' da parte che rende i miei disegni più virali».

Il suo sogno è quello di realizzare una grapic novel ma, con quella velata scaramanzia che lo contraddistingue non rivela nient'altro e aggiunge: «Da buon pessimista ho sempre paura che qualcosa vada male».
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