CULTURA
Resiste a Palermo un monumento: è l'originale casina dell'artista "dei cimiteri"
In via Oreto (angolo con via Armò) mi incuriosiva una struttura dall'aspetto interessante e originale: era la casa progettata da Francesco Garufi, artista sconosciuto
Via Oreto all'angolo con via Armò a Palermo
In via Oreto, ad angolo con via Armò, mi incuriosiva una struttura dall'aspetto interessante ed originale. Era l'abitazione progettata da Francesco Garufi, scultore nato a Palermo il 20 ottobre del 1883 e morto a Palermo il 6 marzo del 1926.
Basta infatti semplicemente prestare un pò di attenzione per scorgere con chiarezza, sulla parete di questa palazzina ricadente in via Armò, una lapide marmorea che ricorda "Garufi Scultore". Allievo di Domenico Costantino e di Ettore Ximenes, è conosciuto soprattutto per i monumenti sepolcrali celebrativi nei cimiteri palermitani.
Nel cimitero di Sant'Orsola egli realizzò, nel 1914, la cappella di famiglia sulla cui facciata si può ammirare il trionfo della morte, un bassorilievo in marmo di Carrara, sua opera del 1921. Sulla destra si notano due bambini, probabilmente raffiguranti i figli Felice e Caterina deceduti piccolissimi. Mentre nelle pareti laterali si trovano delle lapidi di suoi familiari ed un busto in bronzo dello stesso Garufi.
Seguono i nomi dei caduti in guerra, con il luogo e la data di morte, dei decori incisi ed una frase conclusiva "Romanamente combatterono e vinsero la quarta guerra per l'italica unità. MCMXV - MCMXVIII".
Un'altra straordinaria opera monumentale del 1923 di Francesco Garufi si trova sempre al cimitero di Sant'Orsola: rappresenta Gesù benedicente posizionato su un basamento provvisto di quattro gradini ed alle cui spalle sono state erette due colonne con capitello.
Una targa riporta la seguente scritta "A Magnanimi combattenti dal 1915 al 1918 caduti eroicamente per la gloria e l'Unità della Patria 1923".
Si tratta della prima opera a Palermo voluta ed appoggiata dalle grandi autorità dell'epoca come monumento a ricordo dei caduti della grande guerra. E qui, per otto anni, si svolsero le manifestazioni del 4 novembre.
Durante il periodo fascista, il regime ritenne inadeguato questo monumento alle proprie esigenze. Scelse quindi di attribuire, come monumento di memoria ai caduti, la nota statua della Libertà di Ernesto Basile già esistente a piazza Vittorio Veneto. La quale nel 1931, per l'occasione, fu completata dal Basile con l'esedra semicircolare.
Scelte politiche di cicli storici passati che hanno purtroppo contribuito ad accantonare il nome di un grande artista come Francesco Garufi.
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