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La bottega al Capo tra abiti su misura e mandolini: chi è Andrea, il sarto musicista

Inizia a 17 anni come sarto, ha trasformato l'atelier in un vero e proprio salotto musicale, dove la passione per la sartoria si intrecciava con quella per la musica

Viviana Ragusa
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  • 21 agosto 2024

Andrea Vajuso

Fino a qualche tempo fa, camminando per le vie del Capo era possibile sentire della musica, proveniente da una piccola e accogliente bottega. Bastava seguire il suono per raggiungere il civico 3 di via Beati Paoli.

Una volta arrivati, ci si trovava davanti a una vetrata decorata di verde con la scritta "Eleganza" e, nel momento in cui si varcava la soglia, il tempo si fermava magicamente.

Il proprietario della storica sartoria è Andrea Vajuso, un uomo che, per più di 50 anni, ha accolto clienti e amici con gentilezza ed eleganza, proprio come il nome dell’attività che ha portato avanti per gran parte della sua vita.

Conosciuto principalmente come sarto, l’uomo ha trasformato il suo atelier in un vero e proprio salotto musicale, dove la passione per la sartoria si intrecciava con quella per la musica.

La vetrina verde con la scritta "Eleganza" invitava i passanti a scoprire un mondo fatto di mandolini, chitarre, fisarmoniche e macchine da cucire.
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Vajuso non è solo un abile cucitore, ma anche un appassionato collezionista di mandolini, con una raccolta personale costituita da circa quaranta pezzi, tra cui alcuni esemplari napoletani dell’Ottocento.

Nato nell’immediato dopoguerra, la storia del sarto di Palermo inizia a otto anni, quando impara a cucire guardando il bisnonno mentre lavora. La passione per la moda diventa una vera ambizione professionale e, qualche anno dopo, Vajuso decide di trasferirsi a Roma per affinare le sue abilità.

A 17 anni il giovane sarto apre la sua prima bottega e confeziona abiti per le ricche famiglie di Palermo. In quel periodo, molti commissionano la creazione dei vestiti con cui andare a vedere l’opera al Teatro Massimo.

Di conseguenza, il sarto si specializza nel confezionamento delle giacche e ne crea moltissime. Nel frattempo, però, Andrea Vajuso coltiva anche la sua passione per la musica.

L’interesse per il mandolino inizia da bambino, quando il giovane sarto ascolta amici e parenti mentre si divertono suonando vari strumenti e facendo serenate.

Dopo aver aperto la sua bottega, Vajuso sfrutta le pause tra una commissione e l’altra per suonare e fare pratica.

Successivamente il sarto fonda la “Compagnia del mandolino” insieme ad alcuni amici, un gruppo di musicisti che suona pezzi come “Baciami piccina”, “What a Wonderful World” e “Tico tico”.

Per molti anni, ogni sabato alle 17.00 gli artisti si riunivano nell’atelier in via beati Paoli n. 3, che si trasformava nella sede di una “jam session alla siciliana”.

Durante questi pomeriggi chiunque poteva unirsi al gruppo per suonare e cantare, o semplicemente per lasciarsi trasportare dalla musica. Vajuso, infatti, lasciava a disposizione alcuni strumenti, trasformando l’atelier in un piccolo salotto musicale.

Accadeva frequentemente che qualcuno portasse dolci o vino da condividere e questo rendeva l’atmosfera ancora più amichevole.

La “Compagnia del mandolino” è apparsa anche nel noto spot di Dolce&Gabbana girato a Erice con Laetitia Castà. Tra le inquadrature che mostrano i protagonisti tra i vicoli del borgo siciliano, ci sono anche quelle in cui si vede la gente del luogo intenta a festeggiare.

La stessa atmosfera allegra dello spot si respirava ogni sabato pomeriggio anche nell’atelier di Andrea Vajuso.

Negli ultimi anni, inoltre, il lavoro del sarto era cambiato notevolmente. Le richieste, ormai, si limitavano a qualche riparazione perché, come afferma Vajuso, la clientela palermitana non è più quella di una volta.

L'interesse nei confronti degli abiti confezionati appositamente dal proprio sarto di fiducia è diminuito in favore dell’acquisto nei negozi delle grandi aziende.

Per fortuna, invece, la musica non passa mai di moda e gli appuntamenti nella sartoria "Eleganza" rimangono nel cuore di tutti i siciliani (e dei visitatori) che hanno partecipato almeno a una delle “jam session alla siciliana”.
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