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L'avete vista nel film di Ficarra e Picone ma era finta: eppure una volta a Termini c'era davvero

Potere della cinematografia. La fontana del film L'ora legale era una costruzione temporanea, ma un tempo esisteva davvero e per realizzarla non si era badato a spese

Roberto Tedesco
Architetto, giornalista e altro
  • 18 maggio 2022

A dx l'affresco in cui è dipinta la fontana e a sx la fontana creata per il film L'ora legale

Alla fine dell’ottocento chi passeggiava in piazza Duomo, a Termini Imerese, avrebbe notato una fontana posizionata al centro del pianoro. Fu costruita con lo scopo di abbellire lo spazio antistante il palazzo di Città e la Chiesa Madre ma, aveva anche la funzione di rinfrescare e dissetare i passanti.

Realizzata tra il XVI-XVII secolo, purtroppo dopo due secoli venne smantellata. Solo recentemente in occasione delle riprese del film “L’ora Legale” di Ficarra e Picone, venne riproposta “temporaneamente”, anche se in stile diverso. La pellicola, del popolare duo comico, venne girata quasi interamente nella città delle Terme nell’estate del 2016 e piazza Duomo si trasformò in un “set a cielo aperto” diventando lo scenario principale del film.

In merito all’antica fontana, molto realisticamente, doveva trovarsi al centro del piano del Duomo, in un’area utilizzata, in epoca romana, come “foro cittadino”. Gli storici tramandano che già nel XVI secolo il piano era adornato da una fontana. Il primo a darne notizia è il sacerdote gesuita Vincenzo Solito (1616-1674) nella sua opera “Termini Imerese Città della Sicilia”, dato alle stampe nel 1671, dove annota che i governati di quel tempo, non badarono a spese, infatti: “nel ‘500, si fabbricò con una spesa sontuosa nel mezzo della piazza difronte il Palazzo di Città un bel fonte, che buttava da quattro canali di bronzo acque cristalline”. Il Solito fornisce anche un’altra notizia in merito ad una scritta, oggi andata perduta, che si trovava ai piedi della fontana in cui si esaltavano agli antichi fasti di Himera e le salutari acque delle Terme.
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Ad oggi le notizie riportare dall’erudito, tuttavia, risultano generiche e non sono supportate da alcun ritrovamento ad esclusione di sei elementi lapidei appartenenti alla vasca e una statua, rappresentante la Madonna che doveva sovrastare la struttura. In merito ai primi, gli elementi calcari sono finemente scolpiti, quattro di essi sono a forma a “elle” e due, con le stesse modanature dei primi, di forma semicircolare, oggi si trovano all’interno di una villetta nei pressi la piazza di Sant’Antonio. La statua della Madonna, considerata la “fonte di vita”, oggi è collocata nel prospetto principale della Chiesa della Consolazione, sita nella parte bassa della città. Dalla scritta incisa sul piedistallo, della piccola statua, si evince la provenienza e quando fu collocata nel prospetto della chiesa: era il 13 settembre del 1888.

Una suggestiva informazione iconografica della piazza e quindi anche della fontana, ci pervengono da alcuni affreschi della Cammara Picta, siti all’interno del palazzo Municipale e realizzati, nel 1610, dal pittore e architetto termitano Vincenzo La Barbera. In questi dipinti, in tutto sono dodici, si narra, attraverso anche a delle didascalie in latino, la storia dell’antica Himera e di Thermae. In due di questi e in particolare in quello denominato “Pompeo viene fermato da Stenio” e in quello dove “Stenio si oppone alla rapacità di Verre” è rappresentata una fontana in stile manieristico posizionata proprio al centro del piano del Duomo.

Ad oggi non si ha alcuna certezza che la fontana rappresentata negli affreschi sia quella che un tempo caratterizzava il pianoro. Infatti, per alcuni studiosi, la rappresentazione pittorica, proposta dal La Barbera, è del “tipo teatrale”, perché raffigura lo spazio, circondato da architetture manieristiche “fantastiche”: un palazzo, un monumento circolare e una fontana. Completano il quadro pittorico dei personaggi, esili e ieratici, raccolti in gruppo in vicinanza della fontana.

Per oltre due secoli la piazza rimase abbellita dallo zampillo della fontana, ma nonostante tutto non esiste alcuna documentazione fotografica o altro che fornisca notizie utili sullo stile del manufatto. Certa è la data in cui si decise la dismissione. Era il 26 settembre del 1888, quando per volere del Consiglio Comunale si decise di smantellarla. Infatti, nella delibera n°66 avente per oggetto “Fonte pubblica del Piano del Duomo” si legge: "a seguito dell’istanza a firma di n° 44 cittadini, la più parte soci della Casa di Compagnia del Piano del Duomo, i quali si fanno a chiedere la demolizione della fonte pubblica, il così detto “Garraffo” del piano anzidetto, il quale fonte non si raccomanda né per merito d’arte o vantaggio di sorta che apporti al pubblico che non può attingersi acqua, trovandosi il fonte anzidetto chiuso da un cancello di ferro.

Riferisce della suddetta istanza l’assessore dei lavori pubblici il quale l’appoggia e fa riflettere il detto fonte potrebbe trasportarsi nel piano di “Porta Girgenti” per destinarsi a pubblico abbeveratoio. Il Consiglio Comunale, unanime delibera di accogliersi la suddetta istanza e incarica la Giunta di disporre la demolizione del menzionato Garraffo (…)”. Anche la delibera consiliare successiva, di pari oggetto, la n°67, si occupò della fonte di piazza Duomo disponendo sulle modalità per la chiusura delle “due penne d’acqua che scorrono essendo di proprietà comunale”.

Da quel momento la fontana, del piano del Duomo, fu quasi del tutto “dimenticata” anche perché avere uno spazio libero dove parcheggiare le auto e circolare liberamente, dovette essere la causa principale soprattutto quando il numero delle auto incominciò ad essere rilevante negli ’70 e ’80 del secolo scorso.

In questi ultimi decenni a nessuno venne in mente di ricostruire la fontana. Fino a quando nell’estate del 2016 la città di Termini Imerese, e in particolare il piano del Duomo venne scelto come set per la realizzazione del film “L’ora legale” per la regia Ficarra e Picone. Il giorno del primo ciak piazza Duomo di Termini Imerese, anzi “piazza Cavour di Pietrammare”, quest'ultimo è il nome immaginario che gli autori del film attribuirono alla città, si presentava trasformata: sul prospetto principale del Palazzo del Municipio, la bravissima scenografa Sabrina Balestra aveva fatto posizionare un grande orologio (diventato popolare grazie anche alla locandina del film) mentre al centro della piazza “riapparve” una nuova fontana sgorgante. La struttura, realizzata da professionisti del settore cinematografico locale, si sviluppava in due vasche in vetroresina, magistralmente rivestite con malta cementizia.

Era così realistica che difficilmente il forestiero avrebbe riconosciuto che si trattava di un “apparato scenografico”! In una delle vasche fuoriusciva la coda di un enorme pesce, mentre nell’altra il tronco e la testa. Al centro si lasciò un passaggio pedonale necessario per creare un “asse centrale di movimento” tra il palazzo Municipale e il “chiosco” quest’ultimo “gestito” dai due simpatici protagonisti del film.

Per conoscere i retroscena di quei giorni a Termini Imerese vi suggeriamo di leggere l’interessante “diario” dell'attenta giornalista e critico cinematografico, Ornella Sgroi che, attraverso le sue pagine del libro dal titolo: “È la coppia che fa il totale”, edito da HarperCollins nel 2020, nel capitolo dedicato proprio a Termini Imerese, è riuscita a raccontare magistralmente innumerevoli aneddoti divertentissimi.

Terminate le riprese, dopo un breve periodo, la fontana di “Ficarra e Picone” venne smantellata, il materiale con cui era stata realizzata non poteva perdurare nel tempo, ma l’idea di “ricollocare una vera” fontana al centro della piazza è decisamente piaciuta a molti termitani! Forse con un nuovo progetto di riqualificazione della piazza si potrà rivedere una nuova fontana.
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