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Intrigante e fiero: il monumento a Giuseppe Verdi nella Palermo felice dell'Età dei Florio

Siamo nel periodo di massimo splendore di Palermo, quando la città spicca in Europa per bellezza e armonia urbana e per i suoi "cantieri dal volto Liberty"

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 19 agosto 2022

Busto di Giuseppe Verdi nel giardino del Teatro Massimo di Palermo (foto di Claudio Pezzillo - Laguilla)

Intrigante e fiero nel suo apparente esser defilato sul fianco sinistro del pronao esastilo (nei templi antichi, è lo spazio davanti alla cella preceduto da colonne, ndr) del basiliano Teatro Massimo, si erge quasi a guardia della Lirica palermitana il ritratto empatico che Antonio Ugo realizza del celebre compositore Giuseppe Verdi.

Parliamo dell'opera realizzata per il monumento floreale che Ernesto Basile disegna nel 1902, prologo stilistico al picco "Art nouveau" degli anni subito a seguire in cui il Maestro della Scuola di Palermo consolida il ruolo apicale nel mondo culturale accademico italiano, ormai proiettato nella temperie romana del cantiere di Montecitorio.

In questo preciso momento storico, la Palermo felice della cosiddetta Età dei Florio spicca nel panorama europeo per grazia, bellezza e armonia urbana.

Centinaia sono i cantieri dal volto Liberty, il gusto e la misura artistica di uno stile in grado di radicarsi capillarmente nell’intero territorio alimentano l’artigianato locale di qualità, mentre gli artisti del cenacolo basiliano realizzano frammenti di bellezza sociale dell’arte entrati istantaneamente nel cuore dei cittadini e divenute pagine importanti dei manuali di Storia dell’arte italiana.

Non fa eccezione il piccolo monumento marmoreo che Basile compone lungo una rigida verticalità simmetrica in cui spicca l’euritmico elemento fitomorfico della foglia di palma a foglie lunghe dai cui terminali superiori si dipartono due filari di nastri a svasare, contraddistinti dalla piena aderenza formale al lessico floreale basiliano.

Echi viennesi e misurata rigidità classica concorrono all’incedere dell’unità compositiva, e fanno di questo piccolo nodo urbano, uno di quei poli iconici inderogabili per la curiosità di residenti e turisti animati dalla riscoperta del sinuoso percorso Liberty cittadino.
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