CURIOSITÀ
Inquadri un oggetto, scatti e "impari" il siciliano: come funziona l'app che difende le lingue
Un modo nuovo e divertente per conoscere e far conoscere il siciliano. L'utilizzo dell'app creata da Google, con l'aiuto dell'associazione Cademia Siciliana, è molto semplice
Quante volte ci siamo chiesti se quel termine fosse corretto? Se quell'oggetto davvero avesse quel nome?
Per fugare ogni dubbio dei siciliani e anche di chi si approccia per la prima volta alla lingua, è nata un'app che permette di trovare il termine corretto.
Adesso è possibile chiedere allo smartphone, inquadrando un oggetto con la fotocamera, il nome siciliano di quell'oggetto.
Già dal 6 maggio la tecnologia ci aiuta a scoprire la lingua siciliana grazie a Woolaroo, una piattaforma open source sviluppata da Google, disponibile per iOS e Android.
Tutto questo nell'ambito del progetto Google Arts & Culture, nato per preservare e diffondere l’arte, le culture e l'identità dei popoli. Infatti secondo l'Unesco circa il 40% delle lingue indigene rischia l'estinzione.
Le lingue preservate sono tante: māori, nawat, tamazight, rapa nui, yang zhuang, yiddish e yugambeh, oltre alle lingue parlate entro i confini italiani: siciliano e greco calabrese, proprio dall’etnia Griko in Calabria.
La lingua rappresenta un patrimonio culturale dal valore inestimabile; è custode di un mondo, molte cose esistono perché esistono le parole che le definiscono.
Si pensi ad esempio allo stupore che proviamo quando, studiandone una nuova, ci imbattiamo in un termine che non troviamo nella nostra lingua, e impariamo così un nuovo concetto, in tal modo il nostro pensiero si arricchisce.
Una lingua, in un certo senso, forma il mondo, il nostro mondo, per questo motivo un filosofo agli inizi del '900 scriveva «I limiti del linguaggio sono i limiti del mio mondo».
Spesso non ci rendiamo conto di quanto influenzi il nostro modo di pensare e di quanto quindi rappresenti la nostra cultura più intima.
L'app per scoprire la lingua siciliana, come dicevamo, è stata realizzata per quanto riguarda la parte contenutistica da ''Cademia Siciliana'' (''Accademia siciliana''), associazione senza scopo di lucro che si occupa di ricerca ed educazione nell'ambito della lingua siciliana, nata nel 2016 per tutelare il siciliano.
«Io sono uno dei fondatori e co-responsabile dell'associazione - continua Baiamonte -. Mi occupo di teorie linguistiche, poi ci sono altri dipartimenti, quello tecnologico e un dipartimento che si occupa principalmente di arte. Io studio linguistica all'università di Bologna».
L'utilizzo dell'app da browser, direttamente col cellulare, è molto semplice, si inquadra un oggetto, si scatta una fotografia e l'immagine viene processata dall’app che fornisce il nome con la corretta grafia e con la possibilità di ascoltarne la pronuncia: «L'app funziona riconoscendo le immagini, aiuta nel fortificare il lessico».
Il siciliano è una lingua antica che ha anche una lunga tradizione letteraria, si pensi agli esordi con la scuola di Federico II.
«Non è mai facile determinare la nascita di una lingua, però alla corte di Federico II abbiamo avuto la prima espressione letteraria in siciliano - dice Salvatore - Ci sono formule matrimoniali più antiche. Certamente la letteratura in siciliano nasce alla corte di Federico II. Molti influssi letterari arrivarono dalla Provenza, dalla Francia».
Oggi, grazie all'intelligenza artificiale, è possibile salvaguardare questa lingua così ricca. L'associazione Cademia Siciliana è in continuo movimento. «Progetti ce ne sono tanti: divulgazione scientifica, preparazione di materiali didattici, creazione di altre app e di un dizionario online», ci svela Baiamonte.
Non abbiamo più scuse per non imparare il siciliano, da oggi possiamo anche studiarlo nel modo più semplice possibile, attraverso il nostro smartphone.
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