In fuga dall'Ucraina, a Palermo si occupa dei più poveri: Sasha, social manager per la pace
La giovane è fuggita da Kiev dopo l'attacco russo e a maggio è stata accolta in Sicilia grazie a un progetto di volontariato europeo. Ora aiuta altre persone in difficoltà
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In fuga dalla guerra in Ucraina, viene accolta a Palermo, dove oggi si occupa dei più deboli. È la storia di Sasha, una ragazza ucraina di Kiev, una social media manager, che ha trovato rifugio a Palermo grazie a un progetto di volontariato europeo attivato dall'associazione Per Esempio Onlus.
A Kiev Sasha lavorava come social media & community manager per diverse aziende. Quando a febbraio la Russia ha attaccato l’Ucraina è diventata all’improvviso una sfollata. Durante il primo mese di conflitto ha vissuto in Moldova con i suoi familiari. È stato allora che ha trovato online la possibilità offerta dalla onlus di raggiungere l'Italia come volontaria grazie a un programma dell’Unione Europea chel'associazione sta portando avanti, l’ESC (European Solidarity Corps), che offre ai giovani tra i 18 e i 30 anni opportunità di volontariato nell'ambito di progetti che hanno l'obiettivo di costruire società più inclusive.
«L’opportunità di fare questa esperienza è arrivata nel momento giusto perché non avevo davvero un posto dove andare», racconta. Adesso a Palermo divide la sua settimana tra il centro Penc, spazio che si occupa di donne e ragazze soprattutto migranti in condizioni di marginalità, le associazioni Santa Chiara e Parco del Sole che operano nel cuore dell’Albergheria e si prendono cura dei bambini del quartiere in condizioni di povertà educativa, Ubuntu, asilo nido e ludoteca interculturale, la cooperativa turistica Terradamare e vari progetti della nostra associazione.
Il Centro Penc accoglie anche diverse donne ucraine. Lei e Maryana, anche lei volontaria ucraina di Lviv, una volta alla settimana organizzano un corso di danza ucraina per le donne che il centro sostiene.
«Quella di Sasha è una delle tante storie capaci di dimostrare l’impatto concreto che i programmi di mobilità del mondo Erasmus+ possono avere sulla vita delle persone. Il progetto Be Present 2.0 è stato approvato alla nostra organizzazione quasi in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina. Con il pensiero a questo terribile evento ci siamo chiesti come poter dare il nostro contributo e cosi abbiamo deciso di dedicare questa ottima opportunità a youth worker, membri di associazioni, volontari che in quei mesi tentavano di mettersi in salvo e scappare dall’Ucraina» spiega Claudio Arestivo, presidente di Per Esempio Onlus.
«Oltre la felicità dei percorsi di successo, la nostra preoccupazione ad oggi è capire come dar proseguo a progetti come quello di Sasha e Maryana, impedendo che la prossima chiusura delle attività possa determinare l’interruzione di un processo di accoglienza ma anche di inserimento e inclusione nella comunità locale. Sappiamo che questa è una di tante altre storie di volontari provenienti da contesti di conflitto e deprivazione accolti dalle tante organizzazioni attive in Italia con le quali insieme all’ANG, Agenzia Nazionale Giovani, e al programma Erasmus+ vorremmo interrogarci per individuare azioni e strategie capaci di supportare gli stessi soggetti nei percorsi di autonomia e fuoriuscita dai progetti».
A Kiev Sasha lavorava come social media & community manager per diverse aziende. Quando a febbraio la Russia ha attaccato l’Ucraina è diventata all’improvviso una sfollata. Durante il primo mese di conflitto ha vissuto in Moldova con i suoi familiari. È stato allora che ha trovato online la possibilità offerta dalla onlus di raggiungere l'Italia come volontaria grazie a un programma dell’Unione Europea chel'associazione sta portando avanti, l’ESC (European Solidarity Corps), che offre ai giovani tra i 18 e i 30 anni opportunità di volontariato nell'ambito di progetti che hanno l'obiettivo di costruire società più inclusive.
«L’opportunità di fare questa esperienza è arrivata nel momento giusto perché non avevo davvero un posto dove andare», racconta. Adesso a Palermo divide la sua settimana tra il centro Penc, spazio che si occupa di donne e ragazze soprattutto migranti in condizioni di marginalità, le associazioni Santa Chiara e Parco del Sole che operano nel cuore dell’Albergheria e si prendono cura dei bambini del quartiere in condizioni di povertà educativa, Ubuntu, asilo nido e ludoteca interculturale, la cooperativa turistica Terradamare e vari progetti della nostra associazione.
Il Centro Penc accoglie anche diverse donne ucraine. Lei e Maryana, anche lei volontaria ucraina di Lviv, una volta alla settimana organizzano un corso di danza ucraina per le donne che il centro sostiene.
«Quella di Sasha è una delle tante storie capaci di dimostrare l’impatto concreto che i programmi di mobilità del mondo Erasmus+ possono avere sulla vita delle persone. Il progetto Be Present 2.0 è stato approvato alla nostra organizzazione quasi in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina. Con il pensiero a questo terribile evento ci siamo chiesti come poter dare il nostro contributo e cosi abbiamo deciso di dedicare questa ottima opportunità a youth worker, membri di associazioni, volontari che in quei mesi tentavano di mettersi in salvo e scappare dall’Ucraina» spiega Claudio Arestivo, presidente di Per Esempio Onlus.
«Oltre la felicità dei percorsi di successo, la nostra preoccupazione ad oggi è capire come dar proseguo a progetti come quello di Sasha e Maryana, impedendo che la prossima chiusura delle attività possa determinare l’interruzione di un processo di accoglienza ma anche di inserimento e inclusione nella comunità locale. Sappiamo che questa è una di tante altre storie di volontari provenienti da contesti di conflitto e deprivazione accolti dalle tante organizzazioni attive in Italia con le quali insieme all’ANG, Agenzia Nazionale Giovani, e al programma Erasmus+ vorremmo interrogarci per individuare azioni e strategie capaci di supportare gli stessi soggetti nei percorsi di autonomia e fuoriuscita dai progetti».
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