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In bici o a piedi sul lungomare e una nuova piazza: c'è un (altro) progetto per la Bandita

Oltre al progetto per far tornare il mare balneabile, ce n'è anche un secondo che prevede su via Messina Marine piste ciclabili, pedonali e nuove aree verdi

  • 17 luglio 2024

Il rendering della nuova piazza sul lungomare della Bandita

Vi ricordate? Ne avevamo già parlato, ma, dal momento che, a volte, ritornano, ecco che i riflettori si sono (ri)accesi sul lungomare della Bandita di Palermo. Si era detto, mesi fa, che l’area sarebbe tornata ad essere balneabile, grazie al progetto di "Riqualificazione del Porto della Bandita ed aree Portuali", dove sono previsti la bonifica e la riqualificazione del porticciolo.

Bene, ma cos’altro bolle in pentola per l’area? Un (altro) grosso progetto che, tuttavia, deve ancora passare dal Consiglio comunale, e che prevede la rimozione delle strutture precarie della zona, piste ciclabili e pedonali, e nuove aree verdi per la socialità. Quando tutto questo? Se si riesce a rispettare il cronoprogramma, entro i primi mesi del 2027.

Facciamo una premessa: tutto questo, sempre previo parere del Consiglio, sarebbe possibile perché il Comune di Palermo ha partecipato all’invito della Città Metropolitana con alcuni interventi rientranti all’interno della Seconda Circoscrizione, che comprende l’espansione Sud Orientale della città, connotata da condizioni di rilevante marginalità e degrado urbanistico e sociale.
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I progetti ai quali si fa riferimento sono “Parco a mare allo Sperone”, per oltre 16 milioni di euro; “Riqualificazione del porto della Bandita ed aree portuali” con un finanziamento di quasi 14 milioni e, infine, “Riqualificazione ecocompatibile del lungomare della Bandita”. Ecco, soffermiamoci su questo, per il quale sono previsti circa 12 milioni di euro.

L’area interessata dal progetto si estende lungo la fascia costiera situata a sud-est della città di Palermo e fa riferimento ai quartieri di Settecannoli e dello Sperone. L’intervento, nello specifico, è parte di un sistema di iniziative che riguarda il tratto di costa e di via Messina Marine, nella porzione compresa tra il Porto di S. Erasmo e la ex discarica di Acqua dei Corsari, prossima al confine con il Comune di Ficarazzi. L’obiettivo è promuovere una configurazione urbana aperta garantendo il “diritto alla città”.

Si punta, così, a rimuovere strutture precarie e manufatti abbandonati, recuperare la porzione di costa più prossima alla strada e dotarla di attrezzature e sevizi per la collettività. Nel progetto anche la riqualificazione del bordo stradale attraverso la progettazione di percorsi ciclabili e pedonali e la realizzazione di nuove aree verdi. Infine, si punta anche a razionalizzare e, in alcuni tratti, ampliare la porzione di via Messina Marine per decongestionare l’area, ottenendo una maggiore fluidità del transito.

L’intervento riguarderà anche il promontorio nel quartiere Settecannoli, che si estende sull’area costiera delimitata tra la via Ben Haukal e Via Sperone, luogo (al momento) afflitto da molteplici criticità, come il processo attivo di erosione costiera, la carenza di spazi di aggregazione, oggi limitati ai soli marciapiedi della via e anche loro in condizioni di grave degrado.

Di conseguenza, l’area, che si trova tra il porticciolo della Bandita e via Messina Marine, è destinata a divenire una piazza pubblica che abbia anche l’obiettivo di creare un innesto e un collegamento tra la strada e il nuovo porticciolo della Bandita.

Per quanto riguarda, invece, la balneabilità della zona di cui avevamo parlato nei mesi scorsi: «Sarà possibile quando saranno completati i lavori per la rete fognaria – fa sapere il consigliere comunale di Palermo, Antonino Randazzo -. Inoltre, i vari progetti di riqualificazione della costa, importantissimi certamente, non risolvono il problema degli scarichi a mare ancora esistenti».

Negli ultimi decenni, la zona ha subìto notevoli trasformazioni urbanistiche, sociali e ambientali, che ne hanno alterato equilibri e caratteristiche, trasformandola da area a carattere prevalentemente rurale a zona ad alta densità edilizia e con una bassa percentuale di superfici destinate ai servizi pubblici.

Eppure, fino ai primi del’900 era caratterizzata da piccole borgate e da ampie distese di terra che venivano utilizzate per attività di agricoltura. Intorno al 1930 la fruizione della costa viene valorizzata mediante la realizzazione di numerose palafitte e strutture a servizio della balneazione, come i “Bagni Virzì” o i Bagni Delizia di Petrucci. Insomma, un’area ricca di attività a forte valenza sociale ed economica.

Intorno agli anni del dopoguerra, invece, si iniziano a registrare i primi processi di trasformazione urbanistica e di alterazione della costa, in particolare nell’area limitrofa alla foce del Fiume Oreto, in cui si registrano dei versamenti di materiali provenienti dalle demolizioni e dai detriti generati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Proprio questi versamenti di materiale inerte hanno causato una consistente alterazione morfologica della costa sud-orientale della città, sia diretta, con la formazione di promontori artificiali nei luoghi di conferimento come il promontorio dello Sperone e il Promontorio di Acqua dei corsari.

Negli anni’60 e 70 la situazione dell’area degenera gradualmente, soprattutto a seguito dell’espansione incontrollata che si trova ad affrontare la città di Palermo.

Oggi, l’area versa in condizioni di abbandono e in uno stato di degrado urbano e sociale caratterizzato dalla mancanza di servizi essenziali, presenza di abusivismo edilizio, conferimento di rifiuti non regolamentato e scarsa manutenzione delle infrastrutture esistenti.
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