ARTE E ARCHITETTURA
Impariamo a "Dormire con i fantasmi": a Palermo una mostra sulle nostre vite
Abbiamo visto le opere di Maurizio Pometti, in mostra fino al 13 maggio: dal grande impatto comunicativo, ci troviamo calati in frammenti di una vita a noi tutti familiare

"S.T." di Maurizio Pometti )acquerello su carta 2019)
La personale del giovane artista catanese è frutto della residenza svolta alla Veniero Project in queste settimane che lo ha visto produrre un corpus di opere da subito intime ed evocative. Già dal titolo: Dormire con i fantasmi, Pometti esprime una precisa volontà nel dialogare con i soggetti e i ricordi della propria vita passata, creando così un piacevole momento di riflessione ed emozione.
Dal grande impatto comunicativo e di grande chiarezza pittorica, ci troviamo calati in frammenti di una vita a noi tutti familiare.
I luoghi e i volti delle persone di sempre, le festività o le celebrazioni descritte da Pometti, non sono solo istanti di un proprio vissuto, ma sono gli instanti e i frammenti dello stesso spettatore.
Questa ricerca, condivisa dalla curatrice Carla Ricevuto, apre interiormente una finestra volta al passato, che anima i ricordi di bambino e ne riporta a galla altri sbiaditi e lontani.
Il racconto di queste memorie viene tracciato dal giovane artista attraverso due vie: una legata ad atmosfere oniriche, dal gradevole stato di impalpabilità e manifestate sapientemente mediante l’uso di delicati acquerelli e disegni a matita che ricreano luoghi o persone del passato, l’altra legata ad una ricerca interiore improntata sulla memoria, in cui troviamo nelle pennellate di Pometti una capacità di realizzare campiture di colore costruttive, precise e strutturali, come se il ricordo lontano trovasse una consistenza nel presente, transitando dal proprio sbiadito passato alla rappresentazione di un presente ben definito.
Infatti le pennellate del giovane artista danno risalto a frammenti di ricordi, legittimando la scelta di gradazioni di colori che attraversano i grigi e i blu, conferendo probabilmente una messa a fuoco di un passato lontano, ma adesso vicino.
Andare a vedere "Dormire con i fantasmi", è sicuramente un buon modo per iniziare a poter far pace con i propri traumi e gli scheletri del passato, una mostra che alleggerisce la mente e il corpo, dove il piacere di guardare e riguardare le opere è paragonabile al rivedere le proprie fotografie di quando si era fanciulli.
Forse noi tutti, come Pometti, dovremmo imparare a dormire con i fantasmi.
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