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Il "tunnel dell'amore" di Monte Pellegrino: se ci andavi in auto non vedevi il panorama

Un luogo conosciuto da molti palermitani. Qualcuno ci andava a raccogliere le more, ma i più cercavano un posto dove appartarsi al riparo da occhi indiscreti

Toni Gagliano
Consulente finanziario
  • 10 marzo 2024

Il "tunnel dell'amore" di Monte Pellegrino (foto di Toni Gagliano)

Non so a voi, cari concittadini, ma a me, quando ascolto la famosa canzone dei Dire Straits, mi viene sempre in mente il nostro tunnel of love per antonomasia: la galleria grande di Monte Pellegrino.

E dico la galleria "grande" perché, in effetti, sul nostro Monte Pellegrino le gallerie sono due, ma una è molto più corta dell’altra e ben poco si prestava (ahimè, ne parlo al passato…) all’utilizzo al quale, invece, era più ben disposta l’altra, quella più in basso.

E ciò per due motivi che erano l’uno conseguenza dell’altro: il primo per la sua lunghezza e il secondo per la sua oscurità (anche in pieno giorno!). Anche in questo caso valeva il famoso detto "Chi tardi arriva male alloggia!".

Infatti, chi arrivava prima degli altri si posizionava più o meno a metà della lunghezza della galleria, lì dove arrivava poco o niente luce. Chi arrivava dopo parcheggiava subito prima o subito dopo creando, così, dopo qualche minuto una vera colonna di auto che man mano si andavano tappezzando di fogli di giornale.
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Chi spiega ai giovani d’oggi che si riusciva a fare l’amore persino dentro le vecchie Fiat 500? Ve ne racconto una (che si possa, in effetti, raccontare!).

Un giorno ero in auto in compagnia di amici in visita a Palermo e stavo salendo in direzione del santuario provenendo dalla spiaggia di Mondello.

Ad un certo punto ci accorgemmo che scendevano a valle tante auto anche con una certa velocità e notammo, all’interno di esse, che le persone erano nude o seminude e che provavano a vestirsi impediti nei movimenti dallo spazio angusto degli abitacoli.

Nei finestrini posteriori si vedevano, ancora attaccate con lo scotch, le pagine dei più conosciuti quotidiani. Dopo qualche centinaio di metri capimmo il motivo di quel fuggi-fuggi generale!

Arrivati alla galleria notammo subito il lampeggiare di sirene di un paio di gazzelle dei carabinieri, e subito dopo sentimmo azionare il dispositivo acustico che segnalava ulteriormente la presenza dei militari che da lì a poco avrebbero colto "in flagrante" (e non in fragante!!! Ahahahah!!!) i piccioncini di turno.

Vi immaginate la scena? Ah, bei tempi… Chissà, ripensandoci adesso, quanti figli del "tunnel of love" ci saranno in giro per la nostra città!

P.S. Perdonate se alla fine dell’album ho messo una foto di quand’ero bambino scattata proprio su Monte Pellegrino.

Ma percorrendo quella strada verso la galleria, non ho potuto fare a meno di ricordare quando mio padre mi portava per quelle strade per fare una passeggiata e per andare a raccogliere le more che crescevano spontanee sui roveti che si trovavano lungo la strada che saliva verso il santuario…

Ancora ero troppo piccolo per capire che ci facevano tutte quelle auto parcheggiate dentro la galleria! Ciao papà.
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