SPORT
Il Palermo perde la partita, i tifosi invece la pazienza: caos ai (nuovi) tornelli dello stadio
Disagi e ressa all'ingresso dello stadio: in tanti sono entrati solo a partita iniziata. I tifosi chiedono più organizzazione, la società rosanero il rispetto delle regole
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Ressa e confusione davanti all'ingresso dello stadio Renzo Barbera di Palermo (foto di Peppe Musso)
Nonostante i tornelli nuovi, installati appena due settimane fa, sono pervenute diverse segnalazioni di caos, disagi e anche resse pericolose.
«Arrivato con 40 minuti di anticipo – dice Francesco, uno dei tanti tifosi del gruppo "Siamo Aquile" – mi sono incolonnato come tanti altri, ma nessuno al di fuori dell’impianto faceva rispettare l’ordine di fila. I nuovi tornelli non velocizzano affatto la lettura dei codici»
I problemi però non sono soltanto questi: «Arrivato in prossimità dell’ingresso - racconta -, mi sono accorto insieme agli altri che si era formato un tappo dovuto a diverse persone senza biglietto, che avevano fatto bloccare la fila. La calca era insopportabile, si è davvero rischiato che qualcuno si facesse male».
La questione, dunque, per il club è legata anche all’educazione di una parte dei tifosi e al fatto che alcuni di questi non si sono ancora abituati ai nuovi tornelli e alle nuove regole di ingresso.
«Se si vuole arrivare agli standard degli stadi europei e mondiali – continua la società rosanero – è necessario un cambio di mentalità. Con i nuovi tornelli non esiste più lo sblocco manuale da parte degli steward: se non si ha il biglietto non è possibile entrare, e ancora bisogna rispettare il settore in cui si è acquistato il tagliando».
Insomma, è ovvio che qualcosa per aiutare i tifosi si possa ancora fare (ad esempio l’istituzione di navette gratuite dalle stazioni metro allo stadio e viceversa, come recentemente proposto da alcuni consiglieri comunali), ma è assolutamente necessario che una parte della piazza faccia uno step culturale che ancora in parte manca: per far sì che le cose filino lisce, bisogna rispettare le regole. Non c’è altra strada.
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