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Il nostro mare ha una storia da raccontare: un altro sogno di Sebastiano Tusa è realtà

Nasce a Palermo il progetto "Le 4A del mare" che punta alla divulgazione del ricco e diversificato patrimonio culturale sommerso del Mar Mediterraneo

  • 16 marzo 2020

Mar Mediterraneo (foto pixabay)

Il rapporto tra l'uomo e il mare è iniziato nella notte dei tempi, e sulla sua sostanza ne hanno scritto gli autori più autorevoli e lo hanno ritratto i pittori più illustri.

Il mare ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nella vita dell'uomo: è fonte di sostentamento, grazie alla pesca praticata fin dai primordi, ma è anche stato e continua ad essere, il principale mezzo di comunicazione tra i popoli.

Nasce a Palermo il progetto "Le 4A del mare", portato avanti dalla Soprintendenza del Mare che, con questa iniziativa, ha avviato una campagna di sensibilizzazione degli studenti delle scuole, volta alla conoscenza del ricco e diversificato patrimonio culturale sommerso del mar Mediterraneo, con lo scopo di creare un corretto approccio alle risorse marine.

Si concretizza così un altro tassello voluto da Sebastiano Tusa, che si è sempre schierato sempre in prima linea per sottolineare l’enorme importanza del patrimonio culturale sommerso e tutelare il mondo dell'archeologia marina in generale, sogni che oggi continuano a camminare sulle gambe di Valeria Patrizia Li Vigni, moglie di Tusa, e su tutto il team di esperti della Soprintendenza del Mare.
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Archeologia subacquea, architetture del mare (per la conoscenza delle borgate marinare e dei fari), antropologia (lo studio delle feste dei patroni, o della vita di bordo) e gli archivi (per l’importanza delle ricerche e della documentazione storica): queste sono le "4A" coinvolte nel progetto che si rivolge agli alunni della scuola primaria e secondaria, durante tutto l'anno scolastico 2019/2020.

«Questo progetto è nato perché, anche se siamo siciliani, non viviamo un rapporto diretto con il mare e spesso ci si limita a viverlo o a vederlo solo da lontano, come luogo balneare per fare il bagno d’estate - dice Alessandra De Caro, responsabile del progetto e dirigente responsabile (unità operativa II) valorizzazione e promozione del patrimonio culturale sommerso.

Il mare va respirato, va vissuto da vicino e va guardato anche da un altro punto di vista perché, come diceva Vincenzo Tusa padre di Sebastiano, è il più grande giacimento culturale esistente al mondo.

Uno degli obiettivi che si prefigge questo progetto è quello di fare conoscere agli studenti la grande ricchezza del patrimonio culturale subacqueo siciliano e l'importanza del rispetto e quindi del mantenimento dei beni culturali che caratterizzano i mari siciliani, raccontando ai ragazzi che il mare ci da un sacco di informazioni già dalla storia più antica e utili alla nostra identità».

Quindi, sensibilizzare i giovani a una conoscenza consapevole del mare e guidare verso una cultura che affonda le radici nell’archeologia subacquea attraverso la riscoperta dei beni sommersi, divulgare la cultura afferente al mare grazie alla letteratura e alle storie legate al mare, e approfondire la conoscenza dell’architettura del mare, attraverso la riscoperta degli edifici del e per il mare.

L'incontro finale si terrà all'interno delle sale dell'Arsenale della Marina Regia di Palermo, durante il quale gli alunni esporranno gli elaborati realizzati durante l'intero percorso progettuale.

«Il mare è un "museo a cielo aperto", un universo completo e meraviglioso ma anche pauroso allo stesso tempo, come testimoniano i miti e leggende che nel corso dei secoli sono nate per esorcizzare la paura atavica non ancora sconfitta verso l'elemento acqua, ma la conoscenza di uno spaccato della nostra storia contribuirà a creare interesse nei giovani e la consapevolezza dello sterminato patrimonio culturale che ci circonda».
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