TURISMO
Il monastero (unico) nella città delle 100 chiese: lo puoi vedere vicino a Palermo
Prima di entrare e immergersi nel fascino storico, è interessante osservare il panorama ambientale. Parte della "vecchia Corleone" è visibile a occhio nudo
Il monastero del SS.Salvatore a Corleone
Nello splendido scenario della Gola delle Due Rocche - una volta oltrepassato il ponte saraceno - si erge uno degli edifici storici per eccellenza della città.
È possibile affrontare anche il percorso a piedi. I camminatori devono - partendo dal Monte Calvario - seguire la via Ponte Nuovo, affrontare la salita di SS. Salvatore e poi, finalmente, dopo due curve abbastanza ripide, trovarsi di fronte all’edificio.
Da lassù, dopo una breve ma intensa faticaccia, l’aspetto religioso risulta essere la componente fondamentale che spinge l’attento osservatore a non perdere nessun angolo del… luogo!
Prima di entrare e immergersi nel fascino storico, è interessante osservare il panorama ambientale. Parte della "vecchia Corleone" è visibile a occhio nudo.
Fu lui - alla fine del XIII secolo - a fondare il monastero e la chiesa. Il benefattore dovette scontrarsi con il provinciale dei Carmelitani.
Perché? Da un lato, lo stesso aveva deciso di costruire la struttura per le suore benedettine, mentre Padre Alberto da Trapani voleva trasferirvi le Carmelitane. Una disputa religiosa come tante, purtroppo! La spuntarono le prime che vissero nel convento fino al 1866. Successivamente divenne istituto per poveri e orfanelli.
La chiesa è a una sola navata rettangolare, con quattro cappelle scarsamente incavate. Termina all’altare maggiore (costruita con marmo rosso di Montecitorio proveniente dalla Contrada Scalilli - a Corleone). I capitelli sono in stile romano (1618) e con decorazioni a stucco e oro.
La chiesa fu decorata in plastico pittorica da Antonio Campisi (incaricato dalla badessa Antonia Benedetta Fratello secondo il disegno di Francesco Ferrigno). Invece il prospetto - a due ordini di lesene - è realizzato in pietra e presenta un ricco portale con timpano spezzato. Soprastante il portale si trova il rosone. L’aura spirituale sopraggiunge una volta “inquadrati” i capolavori senza tempo e le splendide opere. Alla nostra destra è conservato il "polittico" rinascimentale di Corleone (copia) attribuito a Guglielmo da Pesaro.
Raffigura l’incoronazione della Vergine Maria tra i santi Michele, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Leoluca (patrono attuale della città). L’originale è collocato presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis di Palermo. Da non perdere l’immensa opera “La Madonna di Corleone” di Antonello Gagini.
Lo stesso nel 1583 scolpì la statua raffigurante la Madonna col Bambino. Purtroppo, causa terremoto del Belice, crollò la volta dipinta detta “Monocolo di Nicosia” di Filippo Randazzo.
Essa raffigurava il trionfo di San Benedetto al cospetto della SS. Trinità, tra santi benedettini e carmelitani e un coro angelico. Da una porticina si accede alla torre campanaria. Salire sui gradini originali appaga l’intera visita. Oltre all’ aspetto visivo (doppia cella campanaria), è interessante la provenienza delle stesse (Burgio).
Al rintocco cala il silenzio. La comunità è invasa da storie secolari mescolate a leggende di vecchia data. Durante la discesa è possibile - da una finestra - ammirare il chiostro con colonnato e una fontana ottagonale al centro.
Senza dimenticare la Gola delle Due Rocche, il mulino ad acqua, le rocce glauconitiche e i resti di un vecchio acquedotto. Passo dopo passo Corleone mostra i segni evidenti della sua bellezza. Il monastero è solo una parte, piccola, di un viaggio che rimarrà scolpito nel cuore.
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