ITINERARI E LUOGHI
Il mistero (irrisolto) di Ponterotto: l'angolo di storia inesplorato a due passi da Menfi
Dal bosco Frassino verso il Castello della Pietra e la zona di Montagnoli, questo luogo completa definitivamente un comprensorio ancora da studiare a fondo
L'interno di una grotta a Ponterotto
Lungo il suo vasto territorio è possibile ammirare quelle forme storico-archeologiche che incuriosiscono i visitatori. Virando verso le periferie della città, stradine e trazzere nascondono luoghi segreti dai contenuti antichi. L’ex feudo di Belice anticamente era diviso in quattro porzioni: Belice di Mare, Belice alla Via, Ponte delle Chianche e Ponterotto.
Proprio quest’ultimo, nasconde all’interno delle sue 60 salme un mistero ancora irrisolto nonostante siano intervenuti alcuni studiosi affermati. Immersi tra vigneti e uliveti e non lontano dalla zona archeologica di Montagnoli, l’ambiente è padrone del nostro destino.
Proseguendo nella camminata lungo la parete, si riscontra subito una sorta di portale con una rudimentale decorazione. Una bellezza nascosta insieme a un interno caratterizzato da una massa tufacea e dal crollo di una porzione rocciosa che ha ulteriormente aperto il lato occidentale della cavità.
Entrando all’interno, è possibile osservare un basamento in roccia che assume nel dettaglio i connotati di un altare. La curiosità nasce dall’altezza a cui è posto rispetto al portale citato in precedenza. Uscendo invece dal lato grotta, l’occhio attento cade su alcune fessure.
Da queste, si notano altre grotte o forse, un unico ambiente collegato. Non esiste un dato di fatto e allo stesso tempo, non si hanno riscontri documentati. La lunghezza è di circa 40-45 metri. e potrebbe rappresentare un luogo di notevole interesse che attualmente, causa terriccio presente, non è possibile visitare.
L’altra grotta, a poche decine di metri a monte, è chiusa da un recente muro di conci dove si apre la porta di accesso. Ha una pianta rozzamente quadrangolare con un’altezza massima di mt. 2,50. Presenta alcune croci graffiate nella roccia. Successivamente è stata utilizzata come stalla e apportati dei lavori.
L’esistenza di questi luoghi di devozione è (forse) da mettere in relazione alla frequentazione del sito, attraversato da un'importante via di transito che lo sviluppo di Menfi probabilmente fece cadere in disuso. Questo, a favore di un itinerario che si snodava più a sud incrociando il nuovo centro.
L’intera area acquisisce un interesse di natura storico-ambientale. A partire dal bosco Frassino e proseguendo verso il Castello della Pietra e la zona di Montagnoli (dove in entrambi i casi sono presenti delle tracce archeologiche), Ponterotto completa definitivamente un comprensorio misterioso.
La camminata è scandita dal passaggio del fiume Belice che prosegue la sua corsa per raggiungere la foce nei pressi di Selinunte. Nel periodo autunnale l’ambiente si colora di un verde acceso che rispecchia una certa somiglianza con le distese irlandesi. Un colpo d’occhio ammirevole.
Ad oggi, i riferimenti sono davvero pochi e Ponterotto entra di diritto nelle zone poco battute e prive di un riferimento storico definitivo. Spesso, l’interesse riscontrato è limitato dalla presenza delle grandi aree o parchi archeologici. Una mancanza progettuale e di fondi che non permette di approfondire ulteriori siti che nascondono misteri irrisolti.
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