ITINERARI E LUOGHI
Il mare blu dello Scalo di Bruca in Sicilia: la spiaggia (senza tempo) a due passi dagli dei
È custodita tra due moli, un porticciolo, come atto conclusivo dell’abitato. Un capolavoro senza tempo. Dalle stradine strette si raggiunge un luogo pittoresco
Lo Scalo di Bruca in Sicilia
Lo Scalo di Bruca inizia la "sua personale" giornata, la quotidianità che da sempre contraddistingue Marinella di Selinunte (una delle due frazioni di Castelvetrano). Prosegue la fase di preparazione per l’asta all’incanto - "specialità della casa" - e protagonista indiscussa.
La gente confluisce in massa, osserva in silenzio. Attendono imperterriti e speranzosi di “acchiappare” qualcosa di pescato e fuggire alla ricerca di un nuovo piatto da gustare.
Tutto avviene a due passi da una piccola spiaggia. È custodita tra due moli, un porticciolo, come atto conclusivo dell’abitato. Un capolavoro senza tempo. Dalle stradine strette - intervallate da scalinate, si raggiunge uno dei luoghi pittoreschi della frazione. Il Mediterraneo tinge le sue forme di azzurro intenso.
Le coste mediterranee spaziano geograficamente dalla provincia di Trapani a quella di Agrigento. La Rocca Nadore è un pezzo di ambiente mescolato all’archeologia.
Le linee tracciano le figure scalene. Alla destra del mare tutto tace. Forse no. È forte il richiamo degli dei. Il parco - imponente nelle sue dimensioni - ricorda di un passato glorioso.
L’immaginazione prende il sopravvento degli spiaggianti. In quelle acque navigavano grandi imbarcazioni. Erano pirati provenienti dalle coste africane, alla ricerca di nuove conquiste. La mente vaga senza fissa dimora né obiettivi. Lo Scalo di Bruca tenta i visitatori, “quasi” li obbliga a una visita completa.
A pochi passi sono presenti dei locali, è doveroso gustare una granita deliziosa. È giunto il momento di “ripulire” la mente dalle “immaginazioni antiche”. Dura un attimo e ripiombano inattesi gli studi di Enzo (Napoli), lo storico di tutti.
Gli approfondimenti risalgono ai tempi dei marinai. Questi provenivano dai Paesi stranieri e trovavano riparo allo Scalo. Lo stesso veniva usato come caricatore di giurisdizione dei principi Pignatelli.
Fin quando, nel lontano 1862, in una caletta di sabbia dorata dominata da un ampio vallone sorsero le prime abitazioni che diedero origine al borgo dei pescatori.
Uno degli edifici che connotò la nascita della borgata fu la “Casa del Principe". È posta sul promontorio che domina la zona. Per non parlare del Muraglione [...]. Echeggiano i corsi e ricorsi storici. Durante la passeggiata al molo... ecco spuntare il porticciolo. Fu voluto dal prefetto Salvatore Li Gotti nel 1951.
Per quanto riguarda il secondo molo (ai fini pratici risultò inefficace), fu realizzato nel 1960. È tempo di un tuffo, un altro ancora . È tempo di prendere il sole e lasciarsi alle spalle le bellezze ambientali.
È tempo dello Scalo di Bruca con gli odori, i sapori e le prelibatezze che provengono dalla borgata. È tempo del silenzio, nonostante qualcuno possa disturbare la quiete. E’ tempo di riconciliarsi con se stessi.
È tempo di un ultimo tuffo prima di andar via e sentire, da lontano, le voci degli dei. Il richiamo è sempre più forte, quasi frastornante. Siamo nella patria dell’archeologia, non dimentichiamolo.
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