CRONACA
Il Guardiano di Palermo ora vuole rinascere: (l’ennesima) vita di Castello Utveggio
Il suo declino inizia nel 2016. Un primo, importante passo, è stato compiuto con il completamento dei lavori di efficientamento energetico della Gemma Liberty
Castello Utveggio a Palermo
La prima azione del Governo regionale nella direzione del recupero è stata la delibera che, di fatto, ha inserito la struttura tra i siti presidenziali. Successivamente, è stato dato il via al percorso che determinerà il ripristino della piena fruizione del “guardiano di Palermo”, icona architettonica neogotica dal colore rosa pallido.
Le finalità principali sono due: rendere Castello Utveggio la sede di alcune attività di rappresentanza istituzionale della Regione Siciliana e, soprattutto, dotare Palermo di un polo convegnistico internazionale d’eccellenza.
Il capoluogo siciliano, infatti, malgrado la posizione strategica nello scenario euromediterraneo, a oggi non dispone di un centro congressi all’altezza della quinta città italiana per consistenza demografica e tra le più importanti al mondo in termini di risorse artistiche, architettoniche e culturali.
Nei prossimi mesi, il progetto dovrebbe concretizzarsi in via definitiva.
Lo scorso 21 agosto hanno preso il via i lavori di restauro, per un totale complessivo di cinque milioni di euro. Le imprese che hanno vinto l’appalto bandito dalla Regione, Coser s.r.l. e Italiano Costruzioni, dovranno ultimare i lavori entro la prossima primavera, consegnando alla città il nuovo polo del turismo congressuale con due sale conferenze, da centosettanta e sessantacinque posti.
Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un’ulteriore sala con tavolo riunione e di una sala stampa, rispettivamente da ventiquattro e ventotto posti.
Fiore all’occhiello della struttura rinnovata e riqualificata, sarà la dotazione, per tutti gli ambienti, di un sistema di traduzione simultanea multilingue. Scelte in linea con la volontà, espressa dal presidente Renato Schifani in diverse occasioni, di rendere Castello Utveggio appetibile per i flussi turistici, sia nazionali che esteri.
I dati danno ragione al governatore: soltanto nei primi sei mesi del 2024, la città ha registrato arrivi da record, che confermano non soltanto la ben nota vocazione turistica del territorio ma soprattutto l’opportunità di puntare sul settore dell’accoglienza e della ricettività, anche sotto il profilo occupazionale.
Castello Utveggio ha tutte le carte in regola per inaugurare una nuova stagione del turismo in città: oltre alla vista mozzafiato sulla Conca d’Oro, sorge su un costone del Monte Pellegrino, “sacro” promontorio per eccellenza dei palermitani. A sottolineare la forte valenza simbolica della piena restituzione del Castello alla città è Selima Giuliano, Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo.
«Monte Pellegrino e Castello Utveggio – spiega – rivestono un ruolo molto importante per i palermitani, sia dal punto di vista paesaggistico che monumentale, senza dimenticare il sentimento religioso legato al culto di Santa Rosalia».
«L’edificio sarà restituito alla città – afferma – con tutti i servizi necessari alla piena fruizione, ristorazione inclusa». Senza dimenticare, ovviamente, i collegamenti: il palazzo sorge infatti in cima al Monte tanto amato da Johann Wolfgang von Goethe.
Sulla puntualità dei lavori e dei tempi di esecuzione, i palermitani non sembrano nutrire grande fiducia in merito al rispetto del cronoprogramma.
C’è da capirli: basta pensare allo slittamento degli interventi relativi all’efficientamento energetico, completati solo a seguito dei ritardi segnalati dallo stesso presidente Renato Schifani e della sua reprimenda alla ditta appaltatrice e alla burocrazia: nella scorsa primavera, aveva addirittura annunciato di volere trasmettere gli atti alla Procura.
In realtà, della rinascita di Castello Utveggio si parla già dal 2019, ovvero dai tempi del Governo Musumeci, fautore del primo progetto finalizzato a riportare all'antico splendore l’imponente palazzo.
Il declino dell’immobile iniziò nel 2016, con la decisione assunta dall’ex presidente Rosario Crocetta di chiudere il CERISDI, la scuola di alta formazione della Regione Siciliana ospitata per trent'anni proprio all’interno di Castello Utveggio.
Ne seguì un abbandono imperdonabile, aggravato dalle infiltrazioni d’acqua: all’interno, cucine arrugginite, biblioteca e corridoi in stato di degrado, impianti elettrici, rilevatori antifumo e ascensori fuori norma.
Nel progetto in fase di realizzazione, figurano sistemi tecnologicamente avanzati in materia di connettività in fibra ottica, protetti con sofisticati dispositivi di salvaguardia, l’interconnessione alla rete regionale e la fornitura degli apparati di sicurezza e protezione dell’infrastruttura. I vecchi ascensori saranno sostituiti da quelli panoramici di ultima generazione.
Di particolare interesse, gli interventi conservativi dedicati alla stanza che nel 1995 ospitò papa Giovanni Paolo II, a Palermo in occasione di una visita pastorale. Palermo attende la rinascita, l’ennesima, del proprio "guardiano".
Un tempo grand hotel di lusso e per un breve periodo in procinto di diventare casinò, il Castello Utveggio è stato inaugurato nel 1934: dopo varie vicende che ne decretarono la chiusura, divenne oggetto di azioni vandaliche fino ai primi anni Ottanta.
La Regione Siciliana lo acquistò e ristrutturò nel 1984 per affidarlo, quattro anni dopo, al CERISDI, centro di ricerche che vide alla direzione nomi quali padre Ennio Pintacuda, l’ex ministro Calogero Mannino e Adelfio Elio Cardinale.
Proprio quest’ultimo, medico, docente universitario ed ex presidente della scuola di formazione, nel 2017 fu il fondatore dell’associazione "Salviamo Castello Utveggio", nata con l’obiettivo di riportare al fulgore di un tempo uno degli edifici più emblematici di Palermo.
"Sarà uno splendore", ha assicurato il governatore Renato Schifani.
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