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Il Genio restituito, per la seconda volta, ai palermitani: il restauro del patrono laico
Il recupero è stato finanziato grazie ad un progetto di Coop Alleanza 3.0 che mette insieme cibo e arte in un viaggio alla scoperta del patrimonio artistico locale
La statua del Genio di Palermo di piazza Rivoluzione durante la cerimonia di consegna dei lavori
Ogni mese sugli scaffali dei supermercati coop sono in vendita specialità enogastronomiche delle varie regioni italiane, contestualmente online i soci coop votano e scelgono quale opera d'arte potrà essere restaurata, di regione in regione, di mese in mese, grazie ad una parte degli entroiti che arrivano dalla vendita di questi prodotti. Piccoli capolavori, a volte un po’ dimenticati e segnati dal tempo, sono restituiti alla comunità in tutta la loro bellezza.
Nel 2017 la Fontana del Genio è stata l'opera più votata dai soci nella tappa dedicata alla Sicilia: il 66% dei votanti lo aveva preferito al restauro della carrozzeria della Berlina Biscari, carrozza dell’archeologo e mecenate principe Biscari ospitata nel Castello Ursino di Catania, il recupero dell'opera ammonta a circa ventimila euro.
L’intervento è stato realizzato dalla Lares che dopo le indagini preliminari ha previsto la pulitura superficiale della parte lapidea con l’applicazione di un biocida per l’eliminazione della vegetazione invasiva, il consolidamento delle parti disgregate, la rimozione delle incrostazioni, le stuccature delle fessurazioni, l’incollaggio delle porzioni distaccate e di un protettivo finale.
Nota storica a cura di Gioacchino Lonobile:
Nacque come Genio del Molo, perché al porto ebbe la sua prima casa; divenne Genio della Fieravecchia, quando fu posto al centro della piazza che ospitava l'antico mercato, ora l'unico estinto dei quattro mandamenti; fu proclamato Genio della rivoluzione quando gli attaccarono il tricolore al collo: la bandiera di una nazione che non esisteva ancora. Fu allora che il Genio divenne il simbolo della libertà che il popolo bramava.
Bisogna anche dire, però, che la libertà, in questi luoghi rimane sempre e solo una parola, di rado un sentimento e occasionalmente un diritto, e se il popolo si è rivoltato contro i tiranni lo ha fatto perché il pane era poco o del tutto assente, per fame insomma, sembra che a Palermo non si possa far rivoluzione se non a stomaco vuoto.
Così tante sommosse hanno avuto principio in questa piazza che ha al centro la grande fontana con il Genio in cima, che uno dei governi esasperato, decise di rimuovere quel simbolo di ribellione. Fu Carlo Filangieri, luogotenente di Sicilia del governo borbonico, dopo qualche anno “che scoppiò un '48”, che per far oltraggio al popolo rinchiuse la statua nei magazzini municipali dello Spasimo e fece distruggere la fontana.
Solo dopo che l’ultimo dei Borboni fu cacciato dall’isola, la statua venne riportata sulla piazza, che da allora prese il nome di piazza Rivoluzione e il Genio venne consacrato, ancora una volta, protettore laico di Palermo.
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