STORIE
Il fico d'india vola a New York: la storia di due giovani che scommettono sulla Sicilia
I due ragazzi hanno deciso di rimanere nella terra dove sono nati puntando tutto sull'agricoltura e dando così nuova vita ai sacrifici fatti in passato da genitori e nonni
Licia Armato Barone e Giovanni Bonanno
Stiamo parlando del fico d’India, frutto dal nome esotico, che nel tempo è diventato simbolo della Sicilia e che oggi, grazie all’attività di una coppia di giovani di Santa Margherita del Bèlice, vuole varcare i confini regionali e giungere ovunque se ne apprezzi la ricercata qualità.
Quando questo frutto è pronto da gustare spuntano in alcuni angoli della Sicilia - a Palermo anche in qualche piazza del centro storico - anche dei banchetti di venditori ambulanti che offrono quello che potremmo definire quasi uno street food, nell’ambito della frutta, e che con gesti veloci e sapienti liberano dalla buccia spinosa questi scrigni di colore e bontà.
I due giovani siciliani di cui parlavamo prima sono Licia Armato Barone e Giovanni Bonanno che, da quattro anni, volendo rimanere nella terra dove sono nati, dando nuova vita ai sacrifici fatti in passato da genitori e nonni, hanno registrato il marchio “Baronessa del Belice”.
«Dopo la laurea di Licia - ci ha detto Giovanni - ci siamo trovati davanti al bivio di decidere cosa fare del nostro futuro. Avremmo potuto andare a Milano e cominciare lì una carriera che, inevitabilmente, avrebbe trascurato l’azienda di famiglia e tutti i sacrifici fatti finora. Ci siamo armati di coraggio, allora, e abbiamo deciso di puntare sull’agricoltura».
«La passione è un valore che si tramanda da padre in figlio nella famiglia Armato Barone: una passione tramandata da nonno Nicoló a papà Filippo e, infine, alla giovane Licia» - si legge sul sito dell’azienda, realizzato qualche mese fa, reso necessario dal periodo del lockdown, oggi risorsa per mettere in pratica l’e-commerce, il futuro dell’azienda.
«Presa questa decisione - continua Giovanni - abbiamo ristrutturato un capannone a Sambuca di Sicilia, nell'Agrigentino, dove facciamo la spazzolatura dei frutti, abbiamo comprato un altro appezzamento di terreno e siamo partiti, pieni di grinta, per la nostra avventura, dando il nome di "Baronessa del Bèlice" in onore del cognome di Licia».
Oggi l’azienda conta oltre 10 ettari e circa 15 persone, tra familiari e non, impegnati nella coltivazione e, attività recentissima, nell’export.
«Proprio in queste ore stiamo realizzando la nostra prima spedizione negli Stati Uniti, a New York; le difficoltà sono tante, non lo neghiamo, ma non ci abbattono; il nostro obiettivo, in futuro, è anche quello di diversificare l’impiego dei frutti».
I due giovani, che oltre alla passione e alla grinta sentono la responsabilità di un progetto comune da espandere in più direzioni, sono anche attenti osservatori di ciò che queste piante, e i loro frutti, hanno ancora da offrire all’uomo.
«La pianta di fico d’India per dare frutti buoni va periodicamente potata; mi sono accorto - ci ha detto Giovanni - che messe a dimora sopra il terreno le pale, essiccando, concimano il terreno e impediscono naturalmente la crescita delle erbacce, questo ci permette di non usare alcun tipo di pesticidi e mantenere umido il terreno, dettaglio che in estate fa la differenza».
Forse non tutti sanno, infatti, che questa pianta è l’unica per la quale non è necessario nessun pesticida per la sua crescita quindi l’intuizione di Giovanni contribuisce ad una coltivazione più "naturale" possibile. Ed è l'unica pianta di cui non si butta via nulla.
«Nel nostro futuro, a cui già pensiamo, c’è di certo l’ampliamento del commercio all’estero ma anche la diversificazione delle lavorazioni dei frutti che normalmente scartiamo. I frutti che rimangono piccoli, dalla dimensione normalmente non richiesta dal mercato, sono comunque perfetti per realizzare succhi o marmellate. Su questo aspetto contiamo di operare presto».
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
In Sicilia c'è uno dei posti più belli al mondo: si torna a nuotare nei laghetti di Cavagrande
-
STORIA E TRADIZIONI
Ne esistono solo tre al mondo e una è in Sicilia: cos'è la (prestigiosa) "Phiale Aurea"