STORIE
Il cuoco palermitano Roberto Gentile vola in Francia: per lui la cucina "stellata" di Michel Bras
Ha appena compiuto 24 anni e adesso fa parte della brigata di cucina di uno dei ristoranti francesi classificati più volte tra i 10 migliori del mondo
Roberto Gentile, 24 anni appena compiuti, resterà (al momento) fino a novembre quando il ristorante chiuderà per l'arrivo della neve. «Per me è un grande successo personale e un onore trovarmi qui - racconta Roberto - e trovarmi qui insieme a tanti altri cuochi, siamo circa venti, tutti tra i 24 e i 27 anni. E voglio ringraziare di cuore chi mi ha sostenuto e supportato negli ultimi anni di lavoro».
Fino a un mese fa era in Spagna dove ha lavorato al ristorante Celler de Can Roca di Girona e subito prima era stato a Bagheria al famoso ristorante Ai Pupi. «Avevo mandato una e-mail più di un anno f - dice il cuoco -, funziona così per chi come me è giovane e spera di fare esperienza lavorando in realtà grandi e prestigiose come questa. Mi hanno risposto lo scorso novembre per iniziare quest'anno ad aprile. Questo è il terzo Michelin in cui mi trovo; qui ho un contratto, in altri facevo lo stage che, lavorativamente parlando, non cambia nulla, fai sempre parte di una cucina importante e vedi come funziona, e poi ho avuto la fortuna di lavorare sempre in ristoranti stellati, sia all'estero che in Italia».
Se gli chiedi da dove nasca questa sua passione per la cucina Roberto non lo sa, o meglio non lo lega a un ricordo in particolare, non c'erano cuochi in famiglia e la sua quindi non è una tradizione familiare ma sa che l'ha sempre avuta dentro, «ci sono video miei di quando aveva 11 anni, in cui cucinavo. È un amore che mi ha sempre accompagnato, ho iniziato da autodidatta, durante gli anni del liceo, io ho frequentato il Linguistico, passavo spesso le vacanze facendo stage nei ristoranti italiani, ma è stato dopo il diploma che è iniziato davvero il mio percorso, che ancora continua».
E, come dicevamo, i sapori siciliani lo hanno sempre accompagnato, «in famiglia si cucinavano le pietanze tipiche della nostra terra, ricette palermitane come la pasta c'anciova, piatto con cui sono cresciuto». È partito da queste piccole ricette clessiche per poi arrivare a vedere il mondo.
«Dove sono adesso 8e l'unico italiano della brigata, ndr) hanno anche un orto, la cucina è molto vegetariana, sono soprattutto piatti a base di verdure, loro sono maestri nella lavorazione delle verdure, le sanno valorizzare appieno. Il mio ruolo è quello di "chef de partie" proprio del reparto delle verdure; una bella avventura per me, proprio perché è molto ricercato come cibo e poi perché è una cucina nuova per me. Credo che tutti i cuochi dovrebbero passare dalla Francia».
Dopo questa esperienza non sa ancora cosa farà, adesso si gode il momento prendendo tutto quello che può e pensando di dare altrettanto, ma una cosa la sa per certo «Mi piacerebbe col tempo pensare a qualcosa di mio, che poi è il sogno di qualunque chef e io al momento sono un aspirante chef. Ma so che sceglierei sicuramente la Sicilia, un bel posto di mare».
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