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Il castello da scoprire nel borgo in Sicilia: dov'è la "kulla" divenuta dimora reale

Una passeggiata in uno splendido borgo della provincia di Palermo, dove tra vicoli e casuzze, spunta un castello, dal fascino unico, che merita di essere valorizzato

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 30 dicembre 2024

Uno scorcio del castello di Palazzo Adriano (foto di Salvatore Di Chiara)

"Girano voci strane attorno a quella struttura. I palazzesi provano a montare un caso con i vicini giulianesi. Ci hanno saputo fare con il castello, di federiciano non vi è nessuna traccia. Il nostro è poco valorizzato, ecco in sintesi la differenza tra loro e… noi".

Qual è la verità che gira, prende il largo, si avvicina e catapulta le attenzioni al castello sito sul Colle di San Nicola a Palazzo Adriano?

Dalla storica Piazza Umberto I si prosegue verso l’alto, dove un tempo lontano era ubicato il paesino. I “suoni strani” dei turisti vengono accantonati in un angolino (per il momento). La strada s’impenna leggermente e i passi - quelli sì -, diventano affannosi.

Il quartiere vecchio era il cuore pulsante di un “Palazzo” importante, ma lontano parente di quel che accadde dopo il 1988.

Nel “tormento silenzioso” sono i gatti il valore aggiunto. Accompagnano il visitatore tra stradine ciottolate e casine abbandonate. È la classica vita dei borghi.
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Fin quando, dopo le poche centinaia di metri percorse, ecco spuntare improvvisamente il castello, o parte di esso. La porticina d’ingresso è aperta, senza preavviso alcuno. Entrare è dovere storico.

I primi cenni portano data al 1230. Era presente una torre-bastione. Si presume che fosse originariamente un casale, altri citano una “kulla” (fortezza).

Come si è arrivati a Federico II?

Il bisogno di una protezione poteva rappresentare la migliore soluzione possibile. Si fecero avanti i Chiaramonte e in cambio, il popolo doveva costruire nuove fortezze militari. Un piano - divenuto nel tempo - un’arma a doppio taglio per la famiglia nobiliare.

Infatti, non contenti del trattamento ricevuto dai “superiori”, gli abitanti tradirono il patto e si concessero a re Federico II. La vita di corte visse momenti tragici alternati a quelli di gloria. E intanto, una volta varcata la porta d’ingresso, aumenta la curiosità.

Lo spirito di osservazione non può e deve mancare all’appuntamento. Delle fortificazioni murarie e feritoie non rimane nulla, tutto è stato murato. La configurazione planimetrica presenta una cinta rettangolare con un cortile interno.

Dei 29 corpi di case, comprese le carceri, i magazzini, le sale, la cappella, le scuderie e due cortili rimangono solo le fonti scritte. Durante i moti del 1860 la struttura venne (quasi totalmente) distrutta. Sentiamo forte il peso delle vicende storiche.

Data nefasta fu il 1392. Il re Martino concesse - in un diploma - a Gualdo di Millars, la terra con il castello di Palazzo Adriano. A quel tempo (purtroppo) era un centro disabitato. Successivamente passò in mano a Bartolomeo Russo, Nicolaus de Abbellis e Margarita Peralta.

Giunse il secolo Ottocento e divenne dimora reale. È il punto esatto, la data perfetta e il momento propizio in cui aleggia una certa vita cortigiana. Ogni singola pietra costituisce un tesoro prezioso da custodire.

L’ultimo a dimorare fu Ferdinando IV di Borbone. Era legato al castello, specialmente in occasione delle sue battute di caccia.

La nostra preda è lo scatto ideale. Di fronte alla fortezza si erge la Chiesa di San Nicola. Si crea il binomio im… perfetto tra dinastie reali e religione.

Ancora una volta il borgo lascia traccia di spiragli di epoche passate. Questi intralciano gli ultimi passi dentro il fortino. È tempo di visitare il Museo Civico Real Casina dedicato alla cultura e abiti Arbereshe di Palazzo Adriano.

Prima di andar via ricordiamo le parole dei palazzesi: "Il castello merita le dovute attenzioni!". Rappresenta l’atto finale per evitare che cada nell’oblio totale.
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