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Il bosco "monumentale" rinasce tra restauri e telecamere: il nuovo piano per la Favorita

Un progetto tanto vasto quanto ambizioso quello del Comune, che vuole riqualificare e rigenerare il polmone verde di Palermo: ecco cosa prevede

  • 17 gennaio 2025

Il Parco della Favorita (foto di Terradamare)

Con i suoi ben 400 ettari, è il polmone verde più vasto di Palermo. Tanto è grande, quanto rivoluzionario è il progetto per il "nuovo" Real Parco La Favorita.

In cantiere, da parte dell’amministrazione comunale di Palermo, una serie di interventi per rendere l’area più attrattiva, ma mantenendo tutta la storia e le rarità che racchiude. Dal restauro delle antiche strutture all’abbattimento di alcuni immobili abusivi, passando per nuovi ingressi e aree videosorvegliate, ecco come sarà il nuovo Parco della Favorita del capoluogo siciliano.

L’intervento è finalizzato alla promozione e alla tutela della biodiversità presente, alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale esistente nel Parco della Favorita che, ad oggi, è una delle aree che rimangono della mitica Conca d’oro, la pianura che circondava Palermo.

La copertura finanziaria per l'importo di 10 milioni di euro rientra nell’ambito del Programma nazionale Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027.
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La proposta, definita "La Favorita Monumentale", riguarda nel dettaglio l’area di Villa Niscemi verso viale Diana, il Cancello Giusino fino al confine del Parco della Favorita, i Giardini della Città dei Ragazzi fino alla Palazzina Cinese.

«Per l’attuazione della proposta progettuale – si legge nel documento di indirizzo alla progettazione - si intende procedere, come previsto nel Piano d’Uso del Parco, alla realizzazione di vari interventi».

In cantiere ci sono il recupero e la rifunzionalizzazione dei due magazzini borbonici nei pressi dell’Ulivo secolare, la demolizione di alcuni immobili abusivi e vari restauri come quello della fontana, della statua d’Ercole, dell’obelisco (stele egizia), ma anche delle torri d’acqua e degli ingressi storici.

Previsto anche il recupero degli agrumeti e dei frutteti tradizionali, anche tramite il rinnovamento delle piante.

Per una maggiore salvaguardia dell’ambiente, il progetto prevede interventi selvicolturali per prevenire gli incendi e garantire la pubblica incolumità.

Il tutto sarà ben illuminato con nuovi impianti di illuminazione e costantemente sorvegliato grazie a sistemi di videosorveglianza.

Resta ancora un'incognita: i tempi di realizzazione. Fonti del Comune fanno sapere a Balarm, che, proprio in questi giorni, l’Ufficio al Verde del Comune, che ha già pubblicato il bando, è al lavoro. Si attende di individuare il progettista e, successivamente, si passerà all’affidamento della gara.

Il Parco della Favorita, nonostante l’origine antropica, presenta già diverse aree di importanza naturalistica, basti pensare al Bosco Niscemi, ormai naturalizzato, dove troviamo numerose specie tipiche della macchia mediterranea oltre a funghi, licheni e una ricca biodiversità faunistica.

Lungo i sentieri è possibile ammirare il Patriarca della Favorita, un ulivo di oltre mille anni, che si trova alle spalle della Fontana d’Ercole, uno dei monumenti che risale ai tempi del Re Ferdinando, così come la Palazzina Cinese, l’Abbeveratoio, le Colonne d’Acqua, la Stele Egizia, le Scuderie Reali e gli adiacenti Torriglioni, recentemente restaurati.

Inoltre, all’interno del Parco della Favorita troviamo diversi ettari di agrumeti, testimonianza della Conca d’oro, con un sistema di irrigazione tradizionale di origine araba.

Il parco, inoltre, costituisce un importante corridoio ecologico tra le zone terrestri di Monte Pellegrino, Capo Gallo e l’Area Marina Protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine.

La sua storia, ormai, è leggenda.

Il Parco nasce, infatti, come riserva reale di caccia e luogo di diletto della corte borbonica di Ferdinando III, intorno al 1799, in seguito alla precipitosa fuga che costrinse il Re a rifugiarsi a Palermo dopo la proclamazione della Repubblica Partenopea.

Con la nascita del Regno d'Italia il Parco passò ai Savoia fino al 1926, anno in cui la Real Tenuta della Favorita retrocede a Demanio dello Stato affidandone l'uso al Comune di Palermo per il pubblico godimento. Con l’istituzione della Riserva Naturale Orientata Monte Pellegrino il Parco è stato incluso come zona B all’interno dell’Area Protetta.

Successivamente all’istituzione della Riserva Monte Pellegrino, è stato individuato come sito di interesse comunitario, oggi "zona speciale di conservazione".

Nel 2012, è stato approvato il Piano di Utilizzazione della Zona B della Riserva Naturale Orientata “Monte Pellegrino”, che ne stabilisce la zonizzazione e le attività consentite nel rispetto del regolamento della Riserva.
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