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I sogni son desideri: Calogero, il contadino che (a 80 anni) vuole creare il suo museo

La casa di campagna di Calogero Falletta ospita una grande collezione di oggetti della civiltà contadina e di antichi mestieri che lui vorrebbe lasciare alla sua Caltanissetta

Roberta Barba
Storico dell'arte
  • 1 novembre 2020

Calogero Falletta

In Contrada Stretto Giordano, poco fuori Caltanissetta, in una periferia che sembra sconosciuta ai più, nel luogo dove riposano indisturbate le antiche miniere della città, si conserva un luogo magico, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato.

È la casa di campagna dell’artista Calogero Falletta, che ospita una cospicua collezione di oggetti della civiltà contadina e di antichi mestieri.

Vi sono due antiche fornaci ancora intatte che venivano utilizzate per la cottura della calce idraulica, ma anche numerosi oggetti di varia provenienza, il tutto a testimoniare e ricordare le diverse attività lavorative caratterizzanti la vita della comunità nissena del secolo scorso.

Un vero e proprio contenitore di oggetti del passato che altrimenti sarebbero andati persi, dimenticati. La rustica atmosfera e gli oggetti di un passato che ci appartiene rendono unico quel luogo, lontano dai rumori della città. Un luogo che conserva uno dei tesori della città da scoprire e riscoprire.
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Un luogo che, dopo averlo visitato, ti resta impresso nella mente e nel cuore. Un luogo che racconta storie e diventa esso stesso storia della città. Un’esperienza da fare assolutamente almeno una volta nella propria vita: è come essere proiettati in un’altra dimensione, quella del nostro passato.

Il signor Falletta, che di anni ne ha ben 80, ha un sogno: realizzare un museo della civiltà contadina e di antichi mestieri proprio nella sua abitazione. Alla sua città vuole lasciare un segno, il segno della sua terra, il segno di una civiltà ormai dimenticata.

Così ha ospitato numerose scolaresche nissene che hanno fruito non solo dell’aria pura di campagna, ma anche e soprattutto di tutti quegli oggetti mai visti prima.

Inoltre, ha più volte invitato gli esponenti della Soprintendenza, dell’amministrazione locale e di associazioni culturali come la Pro Loco, che hanno manifestato sorpresa e stupore alla vista di quel luogo sospeso tra presente e passato e il consenso per far sì che vi possa nascere un vero e proprio museo di civiltà contadina e antichi mestieri.

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