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I segreti normanni nascosti nel parco seicentesco: villa Di Napoli a Palermo

Tra giardini all''italiana, giardini all'inglese (o "romantici") e una chiesa affrescata da Vito D'Anna: La villa si trova in via Titone con un secondo accesso in via Speciale

  • 16 gennaio 2019

Villa Di Napoli a Palermo

Nel parco del Genoardo, ai tempi che furono, i re normanni non si fecero mancare diversi luoghi di delizie e di sollazzi.

Uno di questi è la Cuba soprana (a distinzione della Cuba sottana di Corso Calatafimi), poi incorporata con diversi passaggi di proprietà nella settecentesca villa Di Napoli, dal nome del giurista Carlo Di Napoli che ne divenne proprietario nel 1730.

Fra i vari passaggi ricordiamo quello della famiglia Ventimiglia nel 1505 che trasformò l'edificio in villa rinascimentale e strutturò il giardino "all'italiana".

Del palazzo normanno rimane la torre Alfaina, perchè in periodo tardomedievale la costruzione venne modificata in torre agricola fortificata.

Esisteva anche una peschiera, pare alimentata proprio dall'omonima sorgente Cuba.

Rimane anche un piccolo gioiello d'epoca, la Cubola o piccola Cuba, un padiglione per il riposo del sovrano e degli ospiti.

La villa Di Napoli, che si trova in via Michele Titone con un secondo accesso retrostante in via Francesco Speciale (fra corso Calatafimi e via Gaetano La Loggia), ha un aspetto davvero imponente con il suo doppio scalone per l'accesso al piano nobile.
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Ma anche la facciata settentrionale è molto bella con i suoi decori in stile barocco.

La cappella intitolata a Santa Rosalia reca dei bellissimi affreschi di Vito D'Anna.

Tutto intorno il giardino è ancora rigoglioso e, nei pressi della torre Alfaina, è strutturato come giardino "romantico" (o all'inglese).

Nel 1921 la famiglia Di Napoli cedette la villa allo Stato. Dopo vari ed impropri utilizzi, la acquisì la Regione Siciliana.

Nel 1991 furono messi in opera dei lavori di ristrutturazione, ma adesso il bene risulta preda dell'incuria. Anche per via dell'esistenza di una querelle fra la Regione ed un altro comproprietario, la Foss (Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana).

L'augurio è che si possa trovare un accordo per ridare meritata e gioiosa vita a tutto il complesso.

Per esempio, un paio di anni fa il sito è stato teatro dell'evento stagionale "Memorie sceniche" con grande consenso di pubblico in questa cornice davvero così particolare e spettacolare.
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