CULTURA
I segreti delle mummie bambine di Palermo: le catacombe dei Cappuccini "ai raggi X"
Nuovo studio per conoscere una parte ancora sconosciuta del cimitero sotterraneo. Oggetto della ricerca saranno le mummie dei bambini vissuti nell'Ottocento
Alcune delle mummie conservate ai Cappuccini (Palermo)
L'analisi dei piccoli corpi aiuterà insomma a ricostruire come si viveva in Sicilia nel XIX secolo. Da Palermo parte quindi uno studio inedito, condotto con metodologie non invasive. A guidare i ricercatori inglesi è la professoressa Kirsty Squires, bioarcheologa dell’università di Staffordshire, sotto il coordinamento di Dario Piombino-Mascali, antropologo conservatore delle Catacombe dei Cappuccini e direttore del Progetto Mummie Siciliane. A lui si devono gli studi sulla vita di Rosalia Lombardo, la mummia bambina più famosa e diventata simbolo dei Cappuccini. La piccola Rosalia però non sarà oggetto di studio.
«Si tratta di un progetto multidisciplinare che permetterà di fare nuova luce sui bambini le cui famiglie potevano permettersi un processo così costoso come era la mummificazione nel XIX secolo a Palermo - spiega Kirsty Squires - . Potremo capire molto dell'infanzia in quel periodo come la salute, l'identità sociale e perfino il modo di concepire la vita».
D'altronde, come dichiara anche Dario Piombino-Mascali: «Quello dell’infanzia nella Palermo dell’Ottocento è un aspetto finora poco esplorato. Credo che comprendere i bambini e la loro esistenza in tutti i tempi sia cruciale per la crescita della società».
La supervisione del progetto è affidata alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo, guidata da Selima Giuliano, che sottolinea come «conoscere uno spaccato sulla Sicilia del passato sia indispensabile per leggere il presente».
Nel progetto è stato coinvolto anche l'artista americano Eduardo Hernandez che, anche sulla base di quanto scoperto dai ricercatori, riprodurrà le piccole mummie in scene di vita quotidiana. Le opere verranno donate alla città di Palermo. Così come i risultati emersi dalla ricerca saranno messi a disposizione delle scuole, che potranno scaricarli dal sito dell'università di Staffordshire; oltre che essere diffusi attraverso convegni e pubblicazioni scientifiche.
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