Gli steli sapevano di limone: alzi la mano chi non ha mai succhiato una campanella gialla
I suoi soprannomi sono tantissimi da "pisciacane" a "aredduci", da piccoli li ciucciavamo tutti in campagna e questi fiori hanno anche tante proprietà benefiche

Fiordi di Acetosella gialla
Alzi la mano chi non ha mai succhiato lo stelo di una acetosella da piccolo e magari anche adesso quando si fa una scampagnata in campagna. Sono tantissimi i nomignoli e i soprannomi che si sono dati a questo fiorellino spontaneo (e infestante) di cui la campagna siciliana, ma anche nel resto d'Italia, si riempie già nei mesi che precedono la primavera.
In primis c'è chi lo conosce come "Pisciacane", forse perché da piccoli era assolutamente vietato ciucciarsi quelli ai bordi delle strade perché per l'appunto, i cani potevano farci la pipì sopra, ma erano anche pieni di polvere, pena qualche tirata d'orecchie da parte dei genitori. Ma in realtà il "Pisciacane" è il tarassaco, che appartenente alla famiglia delle Asteracee.
È una pianta officinale, che, malgrado il suo infelice soprannome, ha virtù medicamentose, note fin dall'antichità e sfruttate con l'utilizzo delle sue radici e foglie. Al tarassaco vengono ascritte proprietà digestive, coleretiche, depurative e diuretiche.
Anche la nostra Acetosella gialla (anche detti, oltre a Pisciacane: Aredduci, oppure Agrodolci, Calacitu o Agredduci) anche detta Aredduci ha delle proprietà officinali: in erboristeria le foglie e le radici di acetosella gialla vengono usate in decotti per il loro potere rinfrescante, diuretico, astringente ed antiscorbuto. Il succo delle foglie centrifugate è utile per bruciori di stomaco ed ulcere.
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