POLITICA
Genitori siete avvertiti, niente cellulari ai bambini: cosa dice la nuova legge in Sicilia
Vietati smartphone in mano ai bimbi sotto i 5 anni e multe fino a 500 euro. Il testo presentato da M5s è stato approvato all'unanimità, cosa succede adesso
Il disco verde è scattato ieri, mercoledì 29 gennaio, a sala d'Ercole, dove è stato approvato in maniera bipartisan e unanime l'intero articolato (manca solo il voto finale).
Lo stop comunque non sarà immediato, perché la legge che porta la firma del deputato-pediatra Cinque Stelle Carlo Gilistro deve sbarcare a Roma e avere il via libera del Parlamento nazionale prima che diventi operativa.
«Purtroppo – dice Gilistro - una Regione non può normare autonomamente in una materia del genere, per cui ora occorre il via libera da Roma. Il sì dell'Ars è comunque un segnale fortissimo, che arriva dal Parlamento della regione più grande d'Italia. E non può non essere tenuto nella dovuta considerazione, visto che Roma sta muovendosi in questa direzione, considerando che il ministro Valditara, giustamente, ha annunciato il divieto degli smartphone a scuola».
La legge prevede il divieto dell'utilizzo «dei dispositivi funzionanti tramite onde a radiofrequenza e dei videogame» nei primi cinque anni di vita e un uso limitato dai sei anni in su e, comunque, sotto la supervisione di un adulto. Il divieto di utilizzo delle apparecchiature elettroniche è previsto anche per gli alunni all'interno delle scuole medie e superiori durante le ore didattiche.
La legge prevede inoltre, da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri e dei ministeri della Salute e dell'Istruzione, la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a insegnanti e genitori, «finalizzate alla corretta informazione sui possibili danni causati alla salute psicofisica del bambino derivanti dall'uso smodato o distorto delle apparecchiature digitali».
Per le violazioni sono previste sanzioni da 150 a 500 euro.
«Siamo consapevoli – dice Gilistro – che un divieto del genere è difficile da far rispettare e quindi da sanzionare: ma la legge vuole essere soprattutto un disperato grido di allarme che risuoni forte nelle orecchie dei genitori, che molto spesso scambiano un cellulare per un babysitter e, per tenerli buoni, affidano ai propri figli, anche in tenerissima età, uno smartphone o un tablet, non sapendo che rischiano di minare per sempre la loro salute psico-fisica».
Recenti studi dicono che in Italia il 30 per cento dei genitori usa lo smartphone per calmare i propri figli già durante il loro primo anno di vita e che su 10 bambini tra i 3 e i 5 anni, 8 sanno usare il cellulare dei genitori.
«Se i genitori – afferma Gilistro – fossero informati dei pericoli cui espongono i propri bambini, si guarderebbero bene dal consegnargli queste apparecchiature, che, è bene sgomberare il campo da possibili equivoci, sono importantissime e non vanno demonizzate se usate bene e alla giusta età, ma che, se lasciate in mano a bambini piccoli e per giunta molto a lungo, possono essere un attentato alla loro salute, provocando loro addirittura disturbi permanenti».
I pericolosi e potenziali contraccolpi dell'uso smodato delle apparecchiature digitali in tenera età sarebbero tantissimi. «Ansia, crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti – dice Gilistro – sono tra i più comuni, ma anche disturbi del sonno, alterazioni dell'umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali.
Da non dimenticare tra le possibili devastanti conseguenze anche il cyberbullismo che in soggetti fragili può provocare casi di ritiro sociale volontario (il fenomeno degli hikikomori) fino a causare suicidi. Quasi sempre i bambini accusano sintomi aspecifici, innescando una serie di esami inutili e dannose radiografie alla ricerca di inesistenti patologie, cosa che non fa altro che provocare ulteriori danni ai bambini ed evitabili spese alla sanità, contribuendo giocoforza a gonfiare le liste d'attesa».
Sulla necessità di normare l'uso degli apparecchi elettronici in età precoce si è espressa recentemente la Società Italiana di Pediatria, emanando le linee guida recepite dal ddl Gilistro.
Dopo il sì finale dell'Ars, il testo passa a Roma, al Parlamento nazionale.
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