FOOD & WINE
Galeotto fu l'Erasmus: Davide, Virginia e "Caponata", il take away siciliano in Spagna
Lei spagnola, lui palermitano: dopo 14 anni trascorsi in Sicilia, diversi lavori e due figli, mollano tutto e vanno a Jaén per aprire un take away di cibo siciliano
Virginia e Davide Farbo
Quest'anno infatti è stato stimato che sono circa un milione le cosiddette "famiglie Erasmus", nate grazie agli scambi giovanili europei.
Davide e Virginia, lui palermitano e lei spagnola, si conoscono 14 anni fa, quando Virginia arrivò nel capoluogo siciliano proprio per un Erasmus di dodici mesi, e ad accoglierla c'era (o ci sarebbe dovuto essere) proprio il nostro Davide, che allora faceva parte di un'associazione per promuovere scambi europei, però dimenticò di andarla a prendere alla stazione centrale. Come inizio non c'è male, avrà pensato Virginia.
Malgrado la maldestra accoglienza però, il secondo giorno che si sono visti si sono scambiati il primo bacio e da allora non si sono mai separati per 14 lunghi anni. Virginia tornò a concludere i suoi studi in Spagna e nel 2006 si trasferì definitivamente in Sicilia.
I due, lui 38 anni e lei 34, da tempo non erano più soddisfatti della loro vita in Sicilia e così a luglio del 2017 decidono di mollare tutto e di dedicarsi alla loro vera e grande passione: la cucina.
Mollano Palermo e tornano nella città d'origine di Virginia: Jaén, nel nord dell'Andalusia a 90 km da Granada e aprono un Take away siciliano dal nome inconfondibile.
"Caponata" è un posto dove potere trovare i grandi classici della cucina siciliana dagli anelletti al forno, ai rigatoni alla norma, ai bucatini con i broccoli arriminati, passando per lo sfincione e i cannoli.
Tutte le tradizioni legate all'arte culinaria siciliana vengono rispettate e seguite: come la frutta martorana per il giorno dei Morti o le arancine per Santa Lucia e tutto rigorosamente con alimenti in arrivo dalla Sicilia.
A Davide manca Palermo, ma come dice sempre a tutti quelli che incontra: «Lavoro di più guadagno di meno ma sono più felice, - racconta - mi manca ogni giorno la Sicilia ma credo che questa sia la città più giusta per fare crescere due bambini. È piena di spazi verde, tutto è organizzato bene, mi muovo a piedi, i bambini sono più sereni».
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