CRONACA
Fino a 17 anni in collegio, si sposa e va via: il sogno (realizzato) di Angela in Germania
Oggi è felice e realizzata, una donna alla quale la vita dopo aver tolto molto ha in egual maniera restituito attraverso l’amore delle persone care. La sua storia
Angela Rosa in Germania
Siamo nella terra agrigentina di quasi sessant’anni fa, quando i bambini si portavano in collegio dalle suore non per finta e perché erano stati monelli, come ci dicevano le mamme da piccoli per farci stare buoni, ma perché era troppo difficile mantenerli. Questa sorte, comune a tanti, è toccata anche ad Angela Rosa, nata cinquantotto anni fa ad Agrigento e vissuta, da quando aveva solo cinque anni, in un collegio gestito dalle suore in un borgo ad una ventina di minuti da casa. In quella stessa struttura c’era già una sua sorella maggiore, un piccolo conforto per lei, che ha vissuto lì per tredici anni come se fosse la sua “prigione”.
«Lì dentro la vita era paragonabile al carcere - ricorda Angela - eravamo tante ragazze, e ognuna di noi aveva qualche compito da eseguire: lavare i piatti, pulire le stanze, raccogliere frutta e verdura in campagna, ricamare lenzuola o altre cose che venivano poi vendute dalle suore. Ogni giorno era d’obbligo pregare e poi la domenica era il giorno della messa. Durante la settimana si andava a scuola invece. Le suore non avevano un buon carattere eppure ci hanno insegnato ad essere autosufficienti.
Avevano poco e nulla in famiglia, eppure Angela non desiderava altro che stare con loro e ricorda quello in cui fu portata a vivere in collegio come il giorno più triste di una vita che di rose e fiori ne ha comunque avuti ben poco.
Alla fine degli anni Settanta, quando lei aveva circa dodici anni, stanco di quella vita di privazioni, nonostante sia lui che la moglie lavorassero, suo padre decide di lasciare la Sicilia.
Già in passato Pietro si era trasferito nel nord Italia per lavoro, ma stavolta l’intento era quello di andare più lontano, fino in Germania. Un viaggio verso l’ignoto davvero il suo, tanto che si trovò lungo il tragitto a star dietro ad una donna che tornava dal marito, fino a che, ad un certo punto, fu lei stessa, stranita, a chiedergli perché la stesse seguendo.
Lì dovette spiegare che il suo intento era solo quello di raggiungere la Germania, in cerca di un lavoro e di un futuro migliore per i cinque figli e la moglie Maria, ma che di fatto non avesse idea di come muoversi.
Un angelo custode quella signora, uno di quelli che alle volte capita di incrociare lungo il proprio cammino, che insieme al marito lo aiutò a siste- marsi a Heilbronn, città che oggi fa parte del distretto governativo di Stoccarda.
Pian piano fu raggiunto dalla moglie e poi dai figli, le sorelle e il fratello di Angela, mentre lei invece aspettava il raggiungimento della maggiore età per lasciare finalmente il collegio.
e sue giornate trascorrevano così tra le mansioni da svolgere e l’attesa di andare in Germania, fino a quando, inaspettatamente e al di fuori del programma che Angela sognava, quando aveva diciassette anni conobbe quello che sarebbe poi diventato suo marito. Un giovane che di vista aveva già incrociato più volte, ma che pian piano divenne protagonista del suo futuro.
Forse per via di quella famiglia frammentata alle spalle e di quell’infanzia fatta di solitudine, pur in condivisione con altre coetanee, sin da subito Angela insieme a Francesco ha desiderato dei figli.
La Germania però era rimasta un sogno, perché fu ad Agrigento che invece misero su casa. Ancora una volta le cose non andarono come previsto e, subito dopo la nascita di Giuseppe, il loro primo bimbo, arrivò il licenziamento, seguito da sei mesi di disoccupazione...concluso quel periodo si trovarono costretti a trasferirsi dalla nonna di lui, che comunque viveva di una piccola pensione.
Nel frattempo arriva un’altra gravidanza e il peso di vivere sulle spalle della nonna nonostante Francesco avesse sempre lavorato sin da quando era poco più di un bambino. Fu lì che le cose cambiarono...Angela parlò infatti di quella situazione con la madre che le disse di fare i bagagli e raggiungerli in Germania.
All’epoca si riusciva ancora a trovare lavoro pur senza conoscere la lingua e, già preparati alle temperature rigide, essendo stati a trovare i genitori subito dopo le nozze, nel gennaio del 1986 Angela con Giuseppe, il marito e il suocero, si trasferirono.
Francesco e il padre trovarono lavoro come muratori a Göppingen tramite dei compaesani, ma dal momento che le donne non erano ammesse negli alloggi degli operai, Angela si stabilì a vivere dai genitori.
Nel frattempo anche lei aveva trovato un lavoro e si occupava di pulire una pizzeria per due ore al giorno, guadagnando lo stretto necessario per crescere il figlio.
Nato Luca, il secondogenito, Angela e i bimbi si sono spostati a Göppingen, dove una famiglia tedesca la aiutò in quella sua difficile situazione. Ancora una volta una benedizione, degli angeli custodi come quelli che anche il padre aveva incrociato giunto in Germania.
Nel tempo, la situazione è cambiata e certamente migliorata. Angela, da subito decisa ad imparare il tedesco, nonostante all’inizio sembrasse quasi superfluo, pian piano, tra TV e libri, ma anche ascoltando, e spesso sbagliando, è riuscita ad aver totale padronanza di una lingua che oggi parla, legge e scrive senza problemi.
Un elemento essenziale questo, che le ha permesso di essere autonoma e trovare un’occupazione. Tuttora lavora in una fabbrica e le piace molto, ha tanti amici, e dopo tutti questi anni, ad ogni passo in città si ritrova a scambiare quattro chiacchiere con le persone che incontra.
La Sicilia rimane la sua terra, nonostante abbia desiderato a lungo andare via e alla fine ci sia riuscita. Torna ogni volta che può,, anche perché qui vive una sorella. In realtà non le dispiace neanche viaggiare in giro per l’Italia, prediligendo sempre aree dove ci sia il mare, che è ciò che più di ogni cosa le manca di casa.
Giunta alla pensione, anche se mancano un po’ di anni, Angela pensa di ritornare in Italia e, con un’amica conosciuta in Germania, e nel frattempo rientratata a casa in Puglia, scherzano spesso sul fatto che alla fine sceglierà il tacco dello stivale anziché la trinacria. È ancora prestino per far pronostici, e in Germania Angela ha i figli Giuseppe, Luca e Jennifer, oltre che un bel numero di nipotini dai quali sarebbe difficile separarsi.
I bimbi vanno a scuola mentre i figli lavorano tutti, quindi per il momento un ritorno in Sicilia è ancora solo una fantasia. Quello di Angela Rosa è uno spaccato di vita che già senza scendere troppo nei dettagli è di sicuro toccante e ben più diffuso di quanto si immagini, ma niente tristezza eh...lei oggi è felice e realizzata, una donna alla quale la vita dopo aver tolto molto ha in egual maniera restituito attraverso l’amore delle sue persone care.
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