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Fermi da 6 anni, ora ripartono: dal Teatro Massimo ai Cantieri, i progetti "salvati"

Finanziate dal “Patto per lo sviluppo della Città di Palermo” ma rimaste bloccate per anni, ecco le opere salvate e rifinanziate dall'amministrazione comunale

Balarm
La redazione
  • 11 marzo 2025

I padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa

Dai lavori all'impiantistica del Teatro Massimo al restauro dei padiglioni 1 e 2 dei Cantieri culturali alla Zisa, dall’asilo nido di Brancaccio intitolato alla memoria di padre Pino Puglisi alla manutenzione del canale di maltempo di Boccadifalco. Sono queste alcune delle opere messe in salvo e riprotette su altre fonti di finanziamento dall'amministrazione comunale, per un totale di oltre 57 milioni di euro.

«Si tratta di lavori e di infrastrutture finanziati dal “Patto per lo sviluppo della Città di Palermo” ad aprile 2016, che nel 2022 non avevano visto ancora la luce - spiega il sindaco Roberto Lagalla -. In alcuni casi non c’erano neanche le progettazioni esecutive o le gare pubblicate. Su alcuni progetti, dunque, per ben sei anni non è stato fatto nulla e il risultato, oltre al definanziamento, è stato che nel frattempo lievitavano i costi di realizzazione.

Questa amministrazione, insediata nel luglio del 2022, non ha potuto fare altro che mettersi subito al lavoro per dare una svolta a questo stato di inerzia e ridare una prospettiva a progetti utili per la città».
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«Il definanziamento - sottolinea il primo cittadino di Palermo - scattava per le opere sotto i 25 milioni di euro (e nel programma della città di Palermo non c’erano progetti che superavano tale importo) non realizzate entro giugno 2022 e per quelle non dotate di obbligazione giuridicamente vincolante alla data del 31 dicembre 2022».

Così l'amministrazione, dopo la costituzione di un’area di programmazione dei fondi extracomunali per assolvere alla necessaria attività di coordinamento degli uffici comunali, si è prontamente adoperata per riproteggere (e rifinanziare) la maggior parte dei progetti.

Ad oggi, infatti, risultano rifinanziati:
- la realizzazione delle dotazioni impiantistiche e funzionali del Teatro Massimo (5.847.510,77 euro su fondi Pr Fesr Sicilia 2021-2027);
- il progetto di riconversione a uso pista ciclabile greenway della ferrovia Palermo-Camporeale nel tratto Palermo-Monreale (il costo dell’operazione è stato aggiornato da 4.700.000 a 5.800.000 euro e riprotetto su fondi Pr Fesr Sicilia 2021-2027);
- il restauro dei padiglioni 1 e 2 dei Cantieri culturali della Zisa (600.000 euro sui fondi ex Fas);
- la copertura del canale di maltempo di Boccadifalco (955.000 euro con fondi dell’avanzo di amministrazione);
- la realizzazione dell’asilo nido di Brancaccio intitolato a padre Pino Puglisi (il costo dell’operazione è stato aggiornato da 3.000.000 a 3.892.493,39 euro e riprotetto sul Poc Metro 2014-2020).

A queste opere, infine, si aggiunge che nel dicembre 2024 sono andati in gara i 198 milioni di euro per la realizzazione della fase 2 del tram (Linee A, B e C).

«È davvero encomiabile che il sindaco abbia voluto elencare tutte le opere protette. Peccato che si sia limitato solo a quelle salvate, senza dire una parola su ciò che è andato perso - dichiara la consigliera comunale del Partito Democratico Mariangela Di Gangi -. Perché al netto dei progetti ancora a rischio, le opere riprotette rappresentano meno della metà del valore complessivo dei fondi persi.

Dopo due anni e mezzo di governo della città, scaricare la colpa sul passato è un alibi che non vale più. Ora il punto è un altro: il sindaco ha un piano per riproteggere anche il resto delle opere o dobbiamo prendere atto che sono definitivamente perdute? Se ha una strategia, la esponga. Se invece quelle opere non verranno mai realizzate, lo dica chiaramente alla città senza scaricabarili».
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