Fermi da 6 anni, ora ripartono: dal Teatro Massimo ai Cantieri, i progetti "salvati"
Finanziate dal “Patto per lo sviluppo della Città di Palermo” ma rimaste bloccate per anni, ecco le opere salvate e rifinanziate dall'amministrazione comunale

I padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa
«Si tratta di lavori e di infrastrutture finanziati dal “Patto per lo sviluppo della Città di Palermo” ad aprile 2016, che nel 2022 non avevano visto ancora la luce - spiega il sindaco Roberto Lagalla -. In alcuni casi non c’erano neanche le progettazioni esecutive o le gare pubblicate. Su alcuni progetti, dunque, per ben sei anni non è stato fatto nulla e il risultato, oltre al definanziamento, è stato che nel frattempo lievitavano i costi di realizzazione.
Questa amministrazione, insediata nel luglio del 2022, non ha potuto fare altro che mettersi subito al lavoro per dare una svolta a questo stato di inerzia e ridare una prospettiva a progetti utili per la città».
Così l'amministrazione, dopo la costituzione di un’area di programmazione dei fondi extracomunali per assolvere alla necessaria attività di coordinamento degli uffici comunali, si è prontamente adoperata per riproteggere (e rifinanziare) la maggior parte dei progetti.
Ad oggi, infatti, risultano rifinanziati:
- la realizzazione delle dotazioni impiantistiche e funzionali del Teatro Massimo (5.847.510,77 euro su fondi Pr Fesr Sicilia 2021-2027);
- il progetto di riconversione a uso pista ciclabile greenway della ferrovia Palermo-Camporeale nel tratto Palermo-Monreale (il costo dell’operazione è stato aggiornato da 4.700.000 a 5.800.000 euro e riprotetto su fondi Pr Fesr Sicilia 2021-2027);
- il restauro dei padiglioni 1 e 2 dei Cantieri culturali della Zisa (600.000 euro sui fondi ex Fas);
- la copertura del canale di maltempo di Boccadifalco (955.000 euro con fondi dell’avanzo di amministrazione);
- la realizzazione dell’asilo nido di Brancaccio intitolato a padre Pino Puglisi (il costo dell’operazione è stato aggiornato da 3.000.000 a 3.892.493,39 euro e riprotetto sul Poc Metro 2014-2020).
A queste opere, infine, si aggiunge che nel dicembre 2024 sono andati in gara i 198 milioni di euro per la realizzazione della fase 2 del tram (Linee A, B e C).
«È davvero encomiabile che il sindaco abbia voluto elencare tutte le opere protette. Peccato che si sia limitato solo a quelle salvate, senza dire una parola su ciò che è andato perso - dichiara la consigliera comunale del Partito Democratico Mariangela Di Gangi -. Perché al netto dei progetti ancora a rischio, le opere riprotette rappresentano meno della metà del valore complessivo dei fondi persi.
Dopo due anni e mezzo di governo della città, scaricare la colpa sul passato è un alibi che non vale più. Ora il punto è un altro: il sindaco ha un piano per riproteggere anche il resto delle opere o dobbiamo prendere atto che sono definitivamente perdute? Se ha una strategia, la esponga. Se invece quelle opere non verranno mai realizzate, lo dica chiaramente alla città senza scaricabarili».
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