ARTE E ARCHITETTURA
Fantasmi in centro storico: Palazzo Bonagia a Palermo tra l'infinito restauro e la storia
Tra appelli e polemiche per il suo recupero, il monumento sembra essere memoria di pochi: fino ad alcuni anni fa era utilizzato dal Comune, poi i fallimenti delle ditte
Parte dell'interno di palazzo Bonagia a Palermo
Quella di palazzo Bonagia, in via Alloro, nel cuore del centro storico di Palermo, è una storia di abbandono nell’abbandono. La ditta che si stava occupando dei lavori di ristrutturazione è fallita e il cantiere è bloccato da tempo.
Si susseguono sui social network appelli per il recupero del monumento, il cui atrio, fino ad alcuni anni fa, era utilizzato dal Comune per spettacoli all’aperto e adesso è ridotto ad uno scheletro spettrale.
Il degrado nell’area regna sovrano, ma non solo. C’è anche il rischio che quanto depositato sulla copertura del palazzo, possa venir giù, mettendo seriamente a repentaglio la sicurezza dei cittadini.
Originario del Quattrocento, il palazzo, incastrato tra quello dei Monroy, principi di Pandolfina e la non più esistente chiesa di Santa Barbara la Soprana, fu rinnovato nel Settecento da Antonino Stella, duca di Casteldimirto.
A realizzare invece il noto scalone fu Andrea Giganti, nella metà del Settecento. Ed è proprio lo scalone in marmo rosso di Castellammare del Golfo, a essere considerato un capolavoro, per le sue raffinate soluzioni sia costruttive che scenografiche.
Il palazzo fu irrimediabilmente danneggiato dalle bombe durante la Seconda guerra mondiale, successivamente è stato oggetto, sino al 1985, di tutta una serie di interventi che invece che mirare a un suo restauro, portarono alla sua parziale demolizione, diventando "dimora" dei vandali e simbolo d'abbandono.
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