AMARCORD
Facevi colazione con le sue (mitiche) pizzette quadrate: a Palermo c'era "Giannettino"
Era un'istituzione, ci andavi in pausa pranzo, dopo scuola, per trovare ristoro grazie a un gusto inconfondibile che molti, a Palermo, non hanno più ritrovato
Dettaglio di una foto di "Giannettino" a Palermo (da "Palermo di una volta")
Stiamo parlando di Giannettino che si trovava in piazza Politeama. Un punto di ritrovo che ha segnato generazioni di palermitani con i suoi balconi rotondi e le sue "vastedde cà meusa", schiette o maritate e le arancine meglio conosciute come "accanne" e "abburro", senza dimenticare le regine della tavola calda, le mitiche pizzette quadrate.
Lo ricordano in molti sul gruppo Facebook "Palermo di una volta", che contribuisce a mantenere viva la memoria storica della città: «Per molti anni - si legge sul gruppo - è stato un paradiso per apprezzare e gustare le specialità gastronomiche palermitane».
Tanti sono i commenti, si diceva, di palermitani che hanno conosciuto e apprezzato la gastronomia e l'ambiente caldo e accogliente che questo luogo in pieno centro città sapeva offrire. «Io andavo alle medie al F.Vivona - scrive sui social Francesco Ciulla - accanto al Teatro Biondo e nell'ora della colazione andavo da Giannettino per la pizzetta buonissima con la fetta di salame al centro».
Momenti di gusto e relax che restano impressi nella memoria: «Fa parte dei ricordi felici della mia infanzia - dice Alessandra Carollo -. La domenica ogni tanto andavamo a prendere la pizza con il salame da Giannettino. Era sublime. Era alta, morbida e buonissima. Ricordo ancora il sapore che non ho più ritrovato in nessuna pizza. Quando mio padre diceva "oggi andiamo a prendere la pizza da Giannettino" la giornata si trasformava in una festa. Splendidi ricordi!».
Ma c'è chi menziona un'altra delizia che non poteva mancare in questo storico negozio come gli sfincionelli «super sopraffini», dice ancora Santella Burruano. Tutti, come Erminia Abbruzzo, sono concordi nel dire che non possono dimenticare proprio quelle «le pizzette quadrate e gli sfincionelli».
Ma c'erano poi altre delizie come gli anelletti al forno e le arancine, che molti si portavano anche a mare. Senza dimenticare il "lato dolce" raccomanda Francesc Gaglio: «Le briosce con gelato semifreddo fragola caffè ce ne dimentichiamo?».
C'era anche il palermitano che, contrariamente a quello che si pensa dell'indole "lagnusa" degli abitanti del capoluogo siciliano, coprivano lunghe distanze per arrivare lì: «Era molto distante da casa mia - afferma Dante Pumo -. Ma lo raggiungevo quasi tutti i giorni per gustarne le prelibatezze».
Infine, oltre al palato, Augusto Mammina ricorda aneddoti storici che sono avvenuti in quei luoghi, come il fatto che «lì davanti Renzino Barbera aveva ambientato la sua "Storiella dei Cavaleruzzi"».
E la ripercorre: «Sul marciapiede lì davanti - scrive - suolevano incontrarsi gli anziani. Uno dei vecchietti sostava a bordo marciapiede, nel frattempo veniva su col suo bastoncino un altro cavaleruzzu trovanodosi la strada ostruita disse "Scusasse chi è chiantatu ? risposta "E vassia chi camina supra o binario"!».
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