ARTE E ARCHITETTURA
Eventi e cave inesplorate: Periferica è la community di creativi che valorizza Mazara
Un festival, il progetto di un museo, una scoperta archeologica. Si definiscono “builders of future” e stanno trasformando vecchie cave dismesse in un parco culturale
Periferica vista dall'alto
Perché sotto questi colori che, interagendo tra loro su due e tre dimensioni, generano una percezione particolare dello spazio, c’è un magma effervescente di idee e progetti visionari, oltre a un’interessante scoperta archeologica: uno spazio ipogeo rimasto inesplorato per decenni. Ma andiamo con ordine.
Era il 2013 quando un gruppo di giovani cervelli di ritorno decise di capitalizzare le esperienze svolte fuori dalla Sicilia e investire nel proprio territorio, con un progetto di rigenerazione urbana che ripensasse il tessuto urbano di Mazara a partire dalle sue periferie, sfruttando il patrimonio immobiliare in stato di abbandono e al tempo stesso valorizzando le cave da cui un tempo si estraeva il tufo dorato con cui è stata costruita gran parte della città e che hanno lasciato una Mazara sotterranea fatta di caverne, grotte e gallerie nascoste.
L’intento di rivelare la Mazara sotterranea portò al progetto “Evocava – Museo evocativo delle cave” che consisteva nella creazione di un museo multimediale e di percorsi turistico culturali che includessero 4 cave, scelte per valore storico, naturalistico e culturale, di cui la più antica risalente al 1344.
Quando un anno fa iniziarono i lavori preparatori alla nascita del museo, i ragazzi di Periferica si ritrovarono davanti a una vera e propria scoperta archeologica. «Eravamo convinti di avere a che fare con uno spazio di 50 metri quadri», racconta Carlo Roccafiorita, founder e project manager di Periferica, «quando improvvisamente con immenso stupore, abbattendo un muro e poi un altro, ci
siamo trovati davanti a uno spazio monumentale sotterraneo di tremila metri quadri che nessuno sospettava».
Lo spazio ipogeo è risultato pieno di iscrizioni e date, la più antica delle quali risale al 1820, mentre l’ultima al 1939, il che fa pensare, escludendo il riferimento in questo caso a una fase estrattiva, che la cava sia anche stata utilizzata come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale, ipotesi supportata dal ritrovamento di alcuni oggetti d’uso quotidiano.
Tanti i format di successo, ideati da questa community di creativi, che si sono succeduti negli anni, da “10 mq”, concorso internazionale di micro architettura a “Ricreazioni”, un programma di residenze artistiche. Oggi Periferica è un festival di rigenerazione, arte e creatività urbana, di cui si è da poco conclusa la sesta edizione che ha visto riunirsi, per 10 giorni di workshop e laboratori, un centinaio di studenti, architetti, creativi e artisti da tutto il mondo e che ogni anno raccoglie le migliori idee nel campo dell’architettura, del design e della comunicazione.
È anche una foresteria, uno spazio di coworking e una cucina sociale. E mentre sporgono la quarantesima denuncia per intimidazioni che vanno avanti dal 2017, i ragazzi di Periferica hanno nuovi progetti all’orizzonte, il coinvolgimento sempre più intenso della comunità locale e la costituzione di uno studio. I lavori per il museo intanto continuano e la cava è visitabile periodicamente con le loro visite guidate.
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