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Era "il mago dei soldi" e ipnotizzò Palermo (e non solo): il mistero di Giovanni Sucato

Quasi tutti i palermitani, soprattutto quelli che oggi hanno dai quarant’anni in su, se lo ricorderanno e la sua storia è rimasta un mistero dall'inizio alla fine

Balarm
La redazione
  • 26 dicembre 2020

Giovanni Sucato, alias "il mago dei soldi"

Quasi tutti i palermitani, soprattutto quelli che oggi hanno dai quarant’anni in su, se lo ricordano e sulla sua strana vicenda ne è nata, qualche anno fa, persino una docufiction “Il mago dei soldi” - alias Giovanni Sucato - di Giacomo Cacciatore, Raffaella Catalano e Gery Palazzotto.

Era il 1990 e questo “avvocato” (tra virgolette perché in realtà della sua laurea non si sono mai trovate conferme) di Pomara, frazione di Villabate, alle porte di Palermo, ha appena 26 anni. Il 30 maggio del 1996 viene trovato carbonizzato in un’auto ma le circostanze sono rimaste un mistero.

Tutta la sua vicenda per la verità è un grande mistero. In pochi mesi, infatti, il “mago dei soldi” ipnotizzava tutta la città con un grande gioco di prestigio: prendeva i soldi della gente e li moltiplicava.

Giovanni Sucato era in grado di raccogliere anche 20 miliardi in un giorno. Girando per i bar di Villabate, si faceva affidare dei piccoli risparmi per poi riportarli indietro, raddoppiando i soldi in pochi giorni. C’era chi parlava di vendita di gioielli italiani a sceicchi arabi a prezzi maggiorati o a banane smistate in Tunisia. Fatto sta che nelle sue bizzarre operazioni finanziarie era puntualissimo e preciso. E soprattutto che queste si trasformavano in valanghe di soldi.
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A un certo punto ha pure una rete di collaboratori, procacciatori di affari che andavano a raccogliere soldi in giro per la città (e non solo). In quell’estate, mentre Totò Schillaci fa sognare la città a occhi aperti, raccontano Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia che ne hanno ricostruito la storia, sono 20 mila i palermitani che si rivolgono a lui, tra piccoli risparmiatori ma anche grandi investitori, prima nella sua villetta di Villabate, poi nella sua agenzia in via Mariano Stabile, a Palermo.

Si parlava di soldi puliti, garantiti da fogli di carta con date precise per la restituzione. Iniziano a imitarlo però e la truffa diventa sempre più grossa, troppo. Entra in gioco la mafia di Brancaccio, il riciclaggio, Cosa nostra inizia a subire contraccolpi, arrivano problemi giudiziari.

Problemi con la giustizia da un lato ma soprattutto con i boss mafiosi dall’altro, e Sucato scappa, con in tasca i soldi dei palermitani e le speranze di quei piccoli risparmiatori.

Dice che in viaggio di nozze ma sparisce nel nulla mentre la mafia lo cerca e uccide i suoi uomini di fiducia, come Elio Montenegro che viene strangolato. A un certo punto Sucato riappare e finisce in carcere. Poi esce e promette di saldare i debiti.

Il 30 maggio del ’96 viene trovato carbonizzato in un'auto sulla Palermo-Agrigento, vicino al bivio di Bolognetta ma non si è mai saputo se fu una vendetta di Cosa nostra o, come dissero i periti della Procura, un banale incidente.
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