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Ecco chi sono veramente i ragazzi sbarcati in Sicilia a bordo di una vecchia Renault 4 naif

La storia dei ragazzi che hanno viaggiato in Italia a bordo di una Renault 4 e che sono arrivati in Sicilia attraversando lo Stretto in tempo di Coronavirus

  • 24 marzo 2020

Il gruppo di ragazzi stranieri che ha atteraversato lo stretto su una Renault 4 tutta sgangherata

Una vecchia e malandata Renault 4 naif color cammello, caricata a più non posso, arrivata in Sicilia solo pochi giorni fa dopo aver attraversato lo stretto, click dopo click sui social è diventata il simbolo della mancanza dei controlli e dell’ennesimo esodo furtivo verso l’Isola, immagini che hanno scatenato anche i meno inclini alla psicosi da Coronavirus.

Additati come “gli ennesimi irresponsabili”, portatori sani di inciviltà, si è detto che i tre passeggeri a bordo della vintage Renault 4 (due ragazzi e una ragazza e un cagnolino) hanno addirittura attraversato tutta l'Europa indisturbati e incuranti dell’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo tutto il mondo. Sono anche stati fotografati sabato sera a bordo della Caronte per arrivare fino ad Acitrezza, in provincia di Catania.

Ma chi sono veramente queste persone che hanno viaggiato sulla loro auto ammassata di bagagli e che sono arrivati in Sicilia? A fare chiarezza sui fatti (e su queste persone) è Boris Drozom, l’uomo che ospita i tre ragazzi francesi a Catania, che con un lungo post Facebook leva ogni dubbio confermando che «queste persone si trovavano nel Sud Italia da mesi, precisamente in Campania. Dunque non sono partiti negli ultimi giorni dalla Francia o dal Nord Italia per raggiungere la Sicilia».
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Insomma tanto scalpore per nulla dato che i ragazzi non hanno attraversato tutta l'Europa indisturbati, ma vivono in Campania da mesi, e che sono già risultati negativi al tampone. Continuando infatti si legge che: «Nessuno dei tre ha contratto il Coronavirus; prima di varcare i confini della Campania, per dirigersi in Sicilia, sono stati fermati dalla polizia che li ha costretti al test del tampone, a quanto pare perché "sospetti" e senza fissa dimora, conducendoli in ospedale. Assurdo ma vero. Il risultato è stato negativo. Ciò che sto dicendo è ufficiale, registrato. Da lì a qui non hanno avuto contatti con nessuno».

E ancora: «Sono giunti a Villa San Giovanni prima che la Sicilia chiedesse di inasprire i controlli. Hanno comunicato le loro intenzioni alla Protezione Civile e si sono registrati nel portale online della Regione Sicilia, che richiede la registrazione a coloro che entrano nell'isola. Hanno dimostrato di avere ospitalità a Catania ma gli è stato negato l'ingresso ai traghetti senza una spiegazione valida.

Sono rimasti per tre giorni e tre notti lì, senza sapere cosa fare. Intanto venivano filmati e insultati dai passanti. Hanno sperimentato sulla propria pelle quell’Italia imbruttita, che si accanisce (scegliendo i nemici sbagliati, facili, comodi e non i veri responsabili dei tanti disastri del nostro paese) e giudica senza sapere. Non parlano nemmeno italiano, dunque non hanno passato dei bei momenti.

Ieri, dopo tanti tentativi, e ribadendo ancora una volta disperatamente che l'unico luogo dove poter rispettare la quarantena si trovasse in Sicilia e che fosse più rischioso (e contro le ordinanze) lasciarli per strada, si sono imbarcati sul traghetto. Intorno a mezzanotte sono arrivati a Catania. Oggi la famiglia solidale è stata visitata dalla polizia e da qualche giornalista. Sono stati posti tutti in quarantena obbligatoria».

Una caccia alle streghe (che non esistono) inutile: sono artisti di strada, vivono all’interno di quell’auto color cammello, conducono una vita diversa dal comune, viaggiano e guadagnano attraverso l'arte di strada. L’Italia intera in quarantena ha reso difficoltosi i loro spostamenti e sono rimasti senza soldi e senza un luogo dove poter andare.

«Si sono ritrovati dunque in una situazione di urgenza comprovata - dice sempre Boris. La possibilità più vicina per loro per rispettare giustamente l'ordinanza sulla quarantena era quella di raggiungere la Sicilia dove dei loro amici, una famiglia spagnola e argentina (amici miei) si sono messi a disposizione per ospitarli ed aiutarli. Nonostante vivano in uno spazio ristretto sono soccorsi in aiuto».

Parlare prima di sapere, non è mai una cosa buona e giusta, e la storia di questi ragazzi sembra poterlo confermare. Per tranquillizzare tutti gli artisti nomadi hanno anche realizzato un video Youtube in cui, oltre a metterci la faccia, spiegano chi sono e come vivono, ma soprattutto confermano che si trovavano già a Napoli quando l'incubo della pandemia ha avuto inizio anche in Sicilia e che adesso, trovato un riparo sicuro che li ospita, rispetteranno come tutti la quarantena in casa (insieme a due cagnolini che hanno salvato dalla spazzatura).
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