ITINERARI E LUOGHI
È uno dei belvedere più belli (e poco noti) di Sicilia: il nome evoca melodie senza tempo
Uno degli scorci più intensi del Trapanese che merita di essere visto. Da qui lo sguardo si perde tra le figure geometriche disegnate dai monti e l'azzurro del mare
Il Belvedere Vincenzo Bellini di Partanna
In un contesto (classifica) aggiornato e deciso dal numero di visitatori, la cittadina potrebbe (usiamo il condizionale) pagare in termini numerici. Nonostante tutto, i notevoli spunti di natura architettonica - in presenza del Castello Grifeo - mostrano i punti di forza di un paese arroccato nella Valle del Belice.
Sin dai primi passi mossi lungo il corso Vittorio Emanuele, il turista si presta ad attenzionare oltre al passaggio tra pre e post terremoto del 1968, la possibilità di trovare una piacevole sorpresa al termine della passeggiata. Raggiunto il castello, meritevole di una visita approfondita, lo spirito di osservazione si lascia tentare dal fortino arabo.
Il Belvedere “V. Bellini” prende forma e consapevolezza di essere il protagonista indiscusso del momento. Da lassù, in uno dei punti più alti del territorio, le ultime abitazioni mostrano una “certa inferiorità” nei confronti del comprensorio belicino. Tutto è tenuto sotto controllo.
Panchine, lampioni, profumi e riflessione fanno la differenza. Rappresentano i dettagli da non sottovalutare. Un pizzico di romanticismo, unito ai colori e alla natura, sono i “veri padroni” del destino dei visitatori.
L’intera vallata - spinta dai “fattacci” accaduti alla fine degli anni Sessanta - ha modificato la propria esistenza.
Partanna, ricca di zone interessanti (molte sono archeologiche), manifesta una superiorità indiscussa senza fronzoli capace di sovrastare dall’alto dell’altimetria. Dal Belvedere lo sguardo penetra fino alle lontane (non troppo) Salaparuta e Poggioreale. Distano decine di chilometri, molti meno in linea d’aria.
Improvvisamente parte del territorio si deforma disegnando forme geometriche altalenanti: sono i monti. Tra questi, con visibilità poco lucida, potrebbe spuntare la cima di Rocca della Busambra.
Il territorio è ampio, sparso e circoscritto fino ai confini con l’Agrigentino. È un’immagine dalla durata irrisoria e invece, sono passati decine di minuti. Tira un venticello che confonde le idee. Proviene dal mare, forse dai monti. Chissà non sia dalla lontana Africa.
All'orizzonte spuntano i lineamenti azzurri, sono quelli del mare. Ancora una volta la Sicilia si distingue per la molteplicità dei colori, incastonati tra più direzioni. Nel bel mezzo del cammino degli sguardi potremmo incontrare un allevamento. Greggi e mandrie sono alla ricerca di un pasto quotidiano. Fa parte della vita rurale siciliana, delle tradizioni e una condizione che, nonostante i forti cambiamenti, trova una collocazione perfetta.
Nel silenzio tombale è possibile ascoltare “lu scrusciu” raro della natura selvaggia. Attimi scanditi da suoni delicati. Chissà non sia un componimento dello stesso Bellini, un omaggio alla cultura mediterranea trasferita - purtroppo - per poco tempo in terra d'Oltralpe. E appunto, il Belvedere è l’esatta sintesi dove i sensi interagiscono con l’ambiente circostante.
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