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"È come una sinfonia di Palermo": il quadro del Seicento arrivato in città è eccezionale

Settecento fedeli, 24 palazzi e 28 "macchine": "La Processione di Santa Rosalia" è un dipinto seicentesco arrivato a Palermo per la prima volta, in mostra a palazzo Reale

Balarm
La redazione
  • 18 dicembre 2018

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«Un autoritratto della città, un manifesto, una sinfonia di Palermo, dove si uniscono tutti i punti di forza ma anche quelli di debolezza. I palazzi sono disposti come guardie a presenziare con la città in carne e ossa insieme con il corteo vivente».

Con queste parole lo storico dell'arte Marcello Fagiolo presenta il quadro "La Processione di Santa Rosalia", il dipinto di pittore siciliano ignoto, della collezione internazionale della Fundación Casa de Alba giunto a Palazzo Reale di Palermo lo scorso 14 dicembre.

Ad accoglierlo e ammirarlo, il direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso; il responsabile culturale del Palacio de las Duenas, Alvaro Romero Sanchez, lo storico dell’arte, Marcello Fagiolo e il dirigente generale del Dipartimento dei Beni Culturali, Sergio Alessandro.

Il dipinto, ospitato al Palacio de las Duenas a Siviglia, completa così il percorso espositivo della mostra "Rosalia eris in peste patrona" in programma a Palermo fino al 5 maggio.
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Per l’opera di fine Seicento un viaggio interstorico e interculturale dalla Spagna alla Sicilia. Per spiegare meglio il dipinto è stata realizzata un’installazione con “camera tracking” che ha permesso di raccontare i dettagli dell’opera che raffigura 700 fedeli, 24 palazzi e 28 “macchine” processionali, una descrizione minuziosa, quasi surreale.

«Come Fondazione Federico II crediamo molto nella tecnologia come strumento che possa permettere un approfondimento della conoscenza ulteriore dell'opera d'arte. - dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione - Bisognava dare una lente di ingrandimento sull'opera grazie a degli studiosi e giovani competendi che ci aprisse orizzonti di particolari che altrimenti non avremmo potuto cogliere».

Uno sforzo che sottolinea, ancora una volta, il nuovo corso promosso dalla Fondazione Federico II volto alla cooperazione e al dialogo interistituzionale a livello nazionale e internazionale.
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