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Due signore e un'immagine sacra: l'edicola della "discordia" rinasce a Caltanissetta

A Caltanissetta si contano circa 100 edicole votive, sparse per la città, alcune di recente fattura, altre di vecchia data. E tra queste ce n'è una con una storia molto particolare

Roberta Barba
Storico dell'arte
  • 24 dicembre 2020

L'edicola votiva di via Arimondi a Caltanissetta

Per le vie di molte città siciliane spesso capita di imbattersi in costruzioni architettoniche: vere e proprie nicchie sui muri esterni delle abitazioni che custodiscono al loro interno vari oggetti, quali raffigurazioni sacre, rosari, fiori, ceri, etc. Queste costruzioni prendono il nome di Edicole Votive.

A Caltanissetta se ne contano circa cento, sparse per l’intera città, alcune di recente fattura, altre di vecchia data. Quasi sempre queste costruzioni nascono come opere dei privati e per adempiere ad un “voto”. Ogni anno, in occasione delle festività natalizie, la maggior parte delle edicole votive nissene vengono allestite con la novena.

Non solo i proprietari, ma anche i devoti addobbano le edicole con rami di alloro e mirto da cui pendono festoni di frutta composti da mele, arance, mandarini, nespole d’inverno, fichi d’India e mele cotogne. Poi, uno zampognaro, passa per ciascuna edicola votiva, suonando con la zampogna canti tipici del Natale.
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Purtroppo, alcune edicole votive sono state dimenticate con il passare del tempo. Altre sono rinate, come ad esempio l’edicoletta di via Terranova – la Sacra Famiglia – restaurata lo scorso 2019.

Quest’anno la città di Caltanissetta ha visto rinascere un’altra edicoletta votiva o figuredda, come vengono chiamate dai nisseni. Infatti, mercoledì 16 dicembre, padre Catarinicchia, parroco della Chiesa di Santa Lucia, ha benedetto la figuredda di via Arimondi, alla quale è stata restituita la dignità purtroppo perduta da tempo.

Molti anni fa, infatti, il dipinto originale è stato rubato e mai rifatto o sostituito con uno nuovo. L’intera struttura architettonica versava in uno stato di degrado. Così l’architetto Michelangelo Lacagnina, in collaborazione con il Lions, di cui è socio, ha realizzato l’opera pittorica che riproduce un Ostensorio su una tavola in legno con colori acrilici volutamente appariscenti.

Questa edicoletta votiva tra l’altro vanta un’incredibile storia. Felice Dell’Utri nel suo "Le edicolette votive" di Caltanissetta racconta che l’edicola di via Arimondi 44 era di proprietà della signora Bruno, ma prima apparteneva ad una sua antenata, la signora Lucia Tumminelli.

È stata realizzata nel 1814 dalla Compagnia dei Bianchi. Intorno al 1846, però, l’edicola fu oggetto di vertenza giudiziaria tra la signora Lucia Tumminelli e la precedente proprietaria della casa, che rivendicava la proprietà dell’immagine sacra. Il giudice, per risolvere la questione, inviò le parti dal Vescovo Monsignor Stromillo, che attribuì la proprietà alla signora Tumminelli e l’immagine venne riportata al suo posto accompagnata da un corteo di popolo.

Sempre Dell’Utri racconta che successivamente, la signora Bruno, su consiglio del Vescovo Stromillo e dopo l’attribuzione dell’edicola votiva del civico 44 alla signora Tumminelli, fece realizzare un’altra edicola votiva con lo stesso soggetto – l’Ostensorio – al civico 56 di via Arimondi, la stessa edicola alla quale, il 16 dicembre 2020, è stata data nuova vita.

Oggi come allora, dunque, Caltanissetta ha assistito a una voglia di riscatto. Oggi, però, si assiste anche ad una voglia di riscoprire e rivalorizzare quei beni purtroppo dimenticati da molti, ma anche riscoprire le proprie origini e tradizioni popolari e far sì che queste non vengano perse, ma continuate nel tempo.
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