CULTURA
Due secoli di delizie e "fondente a blocco": a Palermo c'era la Cioccolateria Valenti
Nel 1803, a due passi da via Maqueda , in salita Castellana, nasce un luogo che diffonde profumo di dolci e regala sapori unici ai palermitani fino al 1994
L'insegna della Cioccolateria Valenti a Palermo
191 anni di produzione di cioccolato e non solo, un'attività cessata nel 1994. Un posto storico aperto per la vendita di "cioccolato fondente a blocco".
Per spiegare la zona dove sorgeva la cioccolateria della famiglia Valenti riportiamo un ricordo che Giuseppe Ferrara affida al web: «Sulla destra si intravede il Palazzo Bonanno di Castellana».
E a proposito di questa strada si legge pure il commento di Antonio Patorno: «
Sapori di cose fatte per bene. Da "Valenti", quella cioccolatteria visitata dai più golosi si trovano cioccolati di tutti i tipi, un vero punto di riferimento per deliziare il palato.
La saracinesca della pasticceria è chiusa da vent'anni ormai ma esiste ancora un erede di quest'attività che resta "antica" perché molti, purtroppo, per questioni di epoche, non possono ricordare. «Mio cognato Rosario Valenti (marito di mia sorella Clelia) - ricorda Giusi Guarnera - discendente dei proprietari della pasticceria mi racconta sempre della sua famiglia ed io resto incantata dai suoi racconti».
C'è chi in quella strada ci ha passato buona parte della sua vita come Mario Bellina: «Ho vissuto in questo luogo circa 12 anni, dalla mia nascita (1949), anni indimenticabili. Rivivo l'odore dei biscotti all'anice che tanto piacevano alla mia dolcissima mamma. Quando mi viene un po' di nostalgia vado a posteggiare l'auto a piazzetta Parlatorio dove una volta c'era "u sdirrubatu" e lì un'altra bellissima pasticceria, "Conigliaro"».
Nostalgia che vive ancora nelle strade di una Palermo che fu. In quegli anni quella zona è stata completamente dei palermitani, quando i bambini scorazzavano per strada e si accontentavano con poco. Giovanna Mallo ricorda: «Cioccolato buonissimo come le genovesi con ricotta. Bei tempi quando una tavoletta di cioccolata ci faceva felici».
Per comprendere meglio la Palermo di quei tempi, si può leggere tra le righe del commento di Giuseppe Vella: «
C'è un rito come quello che racconta con un po' di tenerezza Rina Montanti: «Quel perfido, basso, primo gradino sghembo tutto a "scendere" nel quale, mancina maldestra, quasi immancabilmente inciampavo.
Ma ne valeva la pena, andavo da Valenti con mio padre alla domenica mattina per i dolcini del pranzo. Ci andavo anche con mio fratello, mano nella mano, l'una a destra, l'altro a sinistra , e alla "pipina" , la madrina -bambinaia - migliore amica di famiglia che contravveniva senza rimorsi alle disposizioni materne e sceglieva per noi le proibitissime e zuccheratissime iris fritte imbottite di crema di ricotta e grossi pezzi di cioccolato amaro».
Il momento più bello per una cioccolateria è senza dubbio la Pasqua «quando la Famiglia Valenti preparava delle romantiche uova di cioccolato», ripercorre un altro utente sui social. Vincenzo Scrima ricorda: «Mio padre gli ordinò un uovo di Pasqua un cui fece mettere all'interno il brillante che regalò a mia madre per il fidanzamento».
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