ITINERARI E LUOGHI
Due antichi alberi nel borgo gioiello in Sicilia: dov'è Castanìa e come si chiama oggi
Due abitanti arborei che fanno parte di una specie iconica che in Sicilia è stato l’albero di Garibaldi simbolo del patriottismo italiano di metà Ottocento

Borgo di Castania
Il nome sembra derivi da una modifica di "Castrum Aenea" , ossia "fortezza di Enea" secondo una leggenda che narra di alcuni compagni al seguito del noto fuggitivo eroe troiano che si fermarono qui durante il passaggio in Sicilia per arrivare a Drepano (Trapani).
Risalendo il torrente fondarono l’antica Salusapri e un territorio urbanizzato che si divise in altri tre centri urbani: Castania, Tortorici e San Salvatore.
Dalla collina di Castell’Umberto si gode un panorama straordinario e in particolare dalla chiesa di Santa Croce per via della sua posizione privilegiata su una collina, con una vista che spazia dai paesi intorno fino alle splendide vallate boschive, dalla vista sulle isole Eolie a mare e l'Etna verso oriente.
Qui in questo piccolo paese gioiello si trovano due antichi esemplari straordinari di "Arbutus unendo", ovvero il nostro Corbezzolo siciliano, solitamente un arbusto che in questo caso particolare cresce assomigliando ad un albero.
Una condizione che in botanica chiama questo fenomeno "monocormia", ovvero, un arbusto che si contraddistingue per le grandi dimensioni e diventa monocormico assumendo un portamento arboreo, il fusto legnoso che fino ad una determinata altezza è privo di rami e foglie, col tronco attorcigliato in senso orario.
Stiamo parlando dei Corbezzoli della ex Villa Franchina, donata diversi decenni fa dal Dr. Vincenzo Franchina alla Chiesa dove si trovano questi due esemplari fuori misura.
È uno dei componenti principali della macchia mediterranea e della foresta insieme al leccio, al mirto, alle sughere che popolano la Sicilia ed è parte integrante del nostro paesaggio oltre che della nostra tradizione gastronomica.
Due abitanti arborei che fanno parte di una specie iconica che in Sicilia è stato l’albero di Garibaldi simbolo del patriottismo italiano di metà Ottocento – tanto rimesso in discussione negli ultimi anni - perché i suoi colori rappresentavano idealmente il tricolore della bandiera italiana: i fiori bianchi, i frutti rossi (alcuni) e il verde brillante del fogliame.
Questo aneddoto perché i fiori e i frutti si vedono contemporaneamente perché il periodo della fioritura coincide con quello di maturazione, e oltre ad essere molto buoni, i corbezzoli hanno anche tante proprietà che custodiscono quasi "magiche"!
Questi frutti sferici e brillanti sono tra i più strani ma spesso sconosciuti o dimenticati nel panorama siciliano pur appartenendo sicuramente alla storia rurale della Sicilia antica.
I frutti del corbezzolo vengono chiamati in varie declinazioni dialettali comunemente detti "mbriaculi" perché il mangiarne troppi sembra facesse stordire, come una ubriacatura leggera, o una condizione stupefacente che generava uno stato di leggero trans.
Il Corbezzolo è ricco di vitamine, tra cui la C e 100 g ne contengono circa 180 mg, 3 volte quella che si può trovare in un'arancia, insieme a tannini e pectine, antociani, polifenoli antiossidanti.
L’arbusto originario del Mediterraneo occidentale di norma, raggiunge dimensioni che vanno da uno a sei metri di altezza, mentre i frutti sono di un bel rosso fuoco o arancio intenso, ed è una pianta particolarmente resistente, ad esempio agli incendi, longeva e che può diventare plurisecolare, che può vivere fin a 500manni.
In realtà sono le proprietà officinali a farne una specie preziosa, che in particolare si trovano nelle foglie il cui decotto di foglie essiccate è consigliato in casi di problemi al fegato, alla cistifellea, ai reni o alle vie urinarie Il corbezzolo è un ottimo diuretico, anti spasmodico e antidiarroico, il miele dei suoi fiori è dolce e leggermente acidulo come i frutti ottimi consumati freschi e ha effetti balsamici, antisettiche, antispasmodiche e diuretiche.
Andiamo alla parte gastronomica dove questi frutti oltre a essere consumati freschi, sono ottimi in conserva come confettura, ma anche per fare liquori e sciroppi e addirittura proprio in Sicilia si preparava un particolare aceto utilizzato per condire verdure e insalate, oggi usato anche sulla caponata al posto di quello di vino.
Una gita fuori porta è l’occasione per fare due esperienze: visitare il bellissimo borgo sospeso sul panorama dalla costa all’entroterra e scoprire la bellezza dei due straordinari esemplari di corbezzolo custoditi in paese.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|