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Dpcm, un punto sull'autocertificazione: serve o no il modulo per gli spostamenti?

C'è stata confusione sulla necessità, per i territori ad alto rischio in cui è vietato qualsiasi spostamento, di esibire i moduli di autocertificazione. Facciamo chiarezza

Balarm
La redazione
  • 4 novembre 2020

Il modello di autocertificazione da esibire ai controlli per giustificare gli spostamenti a causa del Covid-19

A partire da giovedì 5 novembre sono previste dal Dpcm del 4 novembre 2020 nuove misure restrittive per gli spostamenti. In tutto il Paese scatta il divieto di spostamento dalle 22 alle 5 e, dunque, per giustificare le proprie uscite l'autocertificazione sarà necessaria anche nei comuni inseriti nelle zone gialle, dopo quell'ora.

Il modulo è già disponibile sul sito del Viminale e per il momento è lo stesso che era stato predisposto in occasione del Dpcm del 24 ottobre e che finora andava usato solo nelle regioni dove era stata stabilita la restrizione (Campania, Lazio e Lombardia).

C'è stata confusione nelle ultime ore a proposito tanto delle zone di colore diverso quanto della necessità di esibire il documento di autocertificazione durante i controlli di polizia a giustificazione degli spostamenti.

La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, aveva infatti dichiarato a Rai Radio3 che non c'erano indicazioni per le autocertificazioni al momento e che «anche il premier Conte non voleva andare in questa direzione».

Aggiungeva però che “se uno deve spostarsi in una zona rossa dovrà comunque dimostrare il motivo».

L’autocertificazione quindi servirà. Se lo spostamento è legato a un’urgenza non si deve indicare il nominativo delle persona da cui si va per motivi di privacy.

Il modulo servirà inoltre per entrare e uscire nelle regioni in zona rossa per "comprovate esigenze lavorative", per "motivi di salute" e per "altri motivi ammessi dalle vigenti normative".
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