CULTURA
Dopo il mal d’Africa, il mal di Sicilia: l'Isola vista con gli occhi di un fotografo israeliano
Asaf Einy è un giovane fotografo e scrittore di Tel Aviv: ha perso la testa per la gente e per i paesaggi dell'isola del Mediterraneo e ne ha fatto un libro fotografico
Dopo il mal d’Africa, il mal di Sicilia. Asaf Einy è un giovane fotografo e scrittore israeliano, originario di Tel Aviv, che ha perso letteralmente la testa per la gente e per i paesaggi siciliani.
Asaf è stato ospite in Sicilia due volte, entrambe fortemente volute dalla sua grande passione ed attrazione verso per quest’isola, viaggi ed itinerari che lo hanno segnato e affascinato tanto da indurlo a scrivere ed auto-pubblicare il suo primo libro "10pm Sunset" (il tramonto delle 10 di sera) in omaggio alla Sicilia.
La gente, le tradizioni, il clima e perfino il cibo. Asaf non ha potuto fare a meno di amare ogni cosa.
«Sono venuto in Sicilia per la prima volta lo scorso inverno per circa un mese» - racconta Asaf.
«Alloggiavo nelle case della gente che mi ospitava in cambio di qualche lavoretto. Ho iniziato in una fattoria vicino a Riposto, poi mi sono spostato Pozzallo, per poi proseguire verso Catania, Siracusa ed anche a Taormina».
«Dal momento in cui ho visto l'Etna sono rimasto stupito - continua Asaf - Sono stato folgorato dalla natura selvaggia di questa visione e dall'energia di vivere vicino ad un vulcano vivo».
«Quando sono arrivato a Catania mi ci sono voluti un paio di giorni per ambientarmi, ma dopo solamente una settimana ero già totalmente coinvolto dalla cittàı.
«Ricordo che quando visitai per la prima volta il mercato del pesce rimasi colpito dall'aspetto cinematografico e pittoresco delle cose: la pietra vulcanica scura che decora la città come sfondo, l’incontro tra i giovani ed i vecchi pescatori che tagliavano quei grossi pesci. È stata veramente una visione».
Il libro, infatti, è nato proprio dall'idea di Asaf di voler catturare l’ambiente dei pescatori del rinomato mercato del pesce di Catania, raccontare il connubbio tra il vecchio ed il nuovo, come la vecchia generazione di pescatori lavora duramente accanto alla nuova giovane generazione.
«I loro stivali, il loro grembiule, le loro espressioni audaci e al loro atteggiamento, erano una forza che dovevo catturare e raccontare ad ogni costo».
«La cosa che ho notato di più è che i siciliani si sentono fortemente orgogliosi della loro origine, ed ho scoperto una grande sensazione di indipendenza, rituali e cultura».
«Ho visitato solo la parte est dell’isola, ma voglio tornare in Sicilia per visitarne e conoscerne anche la restante parte».
«Durante i miei soggiorni qui, mi sono sempre chiesto come sarebbe stato nascere e vivere in Sicilia. Ad oggi, posso rispondere che sicuramente mi vedo benissimo a vivere tra i siciliani - racconta - Quando giravo per le strade e i vicoli di Catania, mi sentivo al sicuro e avevo tutto ciò che volevo intorno a me».
«Vorrei continuare a catturare la cultura siciliana, il mio prossimo progetto riguarderà probabilmente i giovani atleti della Sicilia».
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