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Dissalatori, pozzi e autobotti: 138 progetti e 22 milioni per il piano anti-siccità in Sicilia

C'è anche la "minaccia incendi" e bolle di calore che non fanno che peggiorare ulteriormente la siccità e la desertificazione vissuta dal nostro territorio. I dettagli

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 13 giugno 2024

Seppur non è iniziata ancora l’estate, l’allarme siccità continua a sollevare parecchie preoccupazioni all’interno del nostro governo regionale, che ha tuttavia ricevuto un sostanzioso aiuto da parte del dipartimento nazionale della Protezione civile.

20 milioni di euro sono stati infatti stanziati per contrastare la crisi idrica, in particolar luogo nelle province centro meridionali dell’isola, che soffrono gravemente la carenza di piogge, assenti dall’inverno scorso.

Questi fondi serviranno per adempiere a 138 progetti e a vari interventi, che avranno lo scopo di rifornire le città e le campagne di nuove risorse idriche, dove qualora non sia possibile utilizzare le attuali sorgenti locali.

Per esempio, questi fondi serviranno per scavare nuovi pozzi, riparare vecchie condutture, che nel corso del tempo si sono usurate facendo perdere ingenti quantità di acqua, e costruire bypass, in grado di collegare alcuni comuni che attualmente sono isolati dal punto di vista idrico.
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Impegnate nella realizzazione di queste opere saranno diverse società di settore che già lavorano nel territorio e alcuni Comuni, che hanno già richiesto il potenziamento dei sistemi di sollevamento e di pompaggio a partire dall’inizio della primavera scorsa.

A supportare questo impegno ci saranno altri 2 milioni di euro, finanziati in parte dalla regione e in parte dallo stato, che saranno invece utilizzati per acquistare nuove autobotti, in grado di supplire eventuali carenze del sistema di pompaggio dell’acqua durante i caldi mesi estivi.

Per quanto l’arrivo di questi fondi potrebbero migliorare la situazione idrica di alcuni comuni, tuttavia la minaccia rappresentata dagli incendi e dalla probabile venuta di bolle di calore non fanno che peggiorare ulteriormente la siccità e la desertificazione vissuta dal nostro territorio, che rischia di ardere e di morire di sete indipendentemente dalla celerità e buona riuscita degli interventi.

Per ovviare anche a questo, gli amministratori consigliano quindi di risparmiare dove possibile l’acqua – in particolare quella potabile - e di segnalare qualsiasi inefficienza del sistema, in grado di danneggiarne la distribuzione.

Il presidente della Regione Renato Schifani, nel comunicare ai propri concittadini l’arrivo dei nuovi fondi, ha anche dichiarato che gli uffici regionali si attiveranno presto per sollecitare i gestori all'avvio delle opere e che il suo governo è pronto a reagire a qualsiasi minaccia di carattere ambientale.

Per contrastare il fenomeno dilagante della siccità, il governo italiano ha anche stanziato altri 90 milioni di euro per la riattivazione di tre dissalatori molto importanti per la costa meridionale della Sicilia.

Essi si trovano tra i comuni di Trapani, Gela e Porto Empedocle e in teoria potrebbero aumentare le quantità di scorte idriche a disposizione delle campagne (con un discreto dispendio di energia e un rilascio di carbonio che ha allertato alcuni gruppi ambientalisti).

La siccità non colpisce però solo gli animali e le coltivazioni nelle campagne e i quartieri periferici delle città, ma anche i soggetti anziani e malati.

Un allarme delle ultime ore ha infatti chiarito come anche i pazienti diabetici potrebbero essere a rischio per via delle giornate torride che sono in procinto di arrivare in Sicilia.

Questo almeno è quello che afferma l'associazione Dialisi Sicilia, che da settimane teme che ci sia un'ulteriore stretta all'erogazione dell’acqua nella quasi totalità dei comuni presenti nella lista delle città a rischio idrico.

L’acqua è infatti un mezzo molto importante per tutte le tipologie di pazienti e per un singolo trattamento salva vita di un soggetto diabetico necessita 1500 litri di acqua.
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