PERSONAGGI
Dalla Sicilia con furore: il progetto di Simona e Salvatore ora in Cina ha fatto il "botto"
Dopo gli studi in Cina decidono di rimanere in Sicilia e scelgono Marsala come base della loro attività per lavorare nel mondo dell'e-commerce cinese
Simona Goretti e Salvatore Ciulla (foto Facebook)
Protagonisti ne sono Simona Goretti, di 35 anni, della provincia di Agrigento, e il marito Salvatore Ciulla, di 40, di Augusta, residenti a Marsala. Il brand è Felicia - in italiano - in onore della nonna di Simona, e Yizhenguan - in cinese - che letteralmente vuol dire "Padiglione dei Tesori Italiani".
L’idea imprenditoriale scaturisce da esperienze e studi approfonditi sull'enorme sviluppo dell'e-commerce in Cina: da un lato una continua richiesta da parte dei consumatori cinesi di prodotti esclusivi e dalla qualità garantita, dall'altro lato le PMI italiane in grosse difficoltà ad entrare nel mercato cinese, sia nel General Trade che nell'online.
«Ho studiato cinese e ho vissuto per tre anni in Cina – dice Simona – e ad un certo punto ho deciso di darmi una chance in Sicilia, oppure tornare indietro. Sono laureata in Lingue e poi specializzata in Internazionalizzazione di Impresa, mentre mio marito è un tecnico e cura tutta la parte legata al digitale - che in Italia è sottovalutata ma in Cina è una tappa obbligata - in modo completo.
Il campo dell’export – aggiunge – ci sta dando davvero delle soddisfazioni nonostante il blocco causato dal Covid abbia rallentato anche la nostra attività, ma senza pregiudicarne troppo l’andamento. Abbiamo raggruppato un po’ di produttori siciliani e da quattro mesi il nostro shop si è lanciato nel mercato con prodotti di qualità, molti dei quali fatti a mano: si va dall'agroalimentare (vino, olio, conserve dolci e salate, bibite, sale, cioccolata), agli accessori di abbigliamento, all’artigianato (corallo, ceramica). Stiamo cercando di espanderci anche con la cosmetica e qualche altra branca”.
Il meccanismo consiste nel commercio elettronico B2C: si vende direttamente ai consumatori finali, garantendo controllo su tutto il processo di supply-chain, senza il bisogno di intermediari (che tendono a introdurre prodotti premium con prezzi altissimi, lasciando la fascia media abbastanza scoperta) e permette ai brand stranieri di entrare e testare il mercato cinese con investimenti ridotti rispetto al General Trade. Per il 2020 il CBEC Turnover è previsto attorno a 1 trilione di euro (che corrisponde a 1000 miliardi), con un mercato totale pari a € 611 milioni per il 2019. Se utilizzato bene, può aiutare a entrare anche nel canali tradizionali. In programma, per il futuro, ci sono altri progetti nel settore. Presto sentiremo parlare ancora di Simona e Salvatore per ulteriori novità. La Cina ormai è nel cuore.
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