PERSONAGGI
"Crocchetta", il palermitano che sogna Zelig: chi è il comico che ironizza sulla sua malattia
Purtroppo invalido per via di varie patologie, grazie all'autoironia sul suo vissuto è ora noto sui social e sogna di calcare il palcoscenico più ambito dai comici italiani
Francesco Bolignari in arte "Crocchetta"
Crocchetta. Francesco Bolignari, a soli 24 anni, vanta già un notevole successo di pubblico grazie ai racconti del quotidiano che vive. Il messaggio che vuole lanciare, però, è chiaro: anche le montagne possono essere scogli superabili.
Adesso, Francesco è pronto a volare in alto: è tra i finalisti, infatti, di “Zelig Open Mic in tour a Palermo”, la kermesse che darà al vincitore la possibilità di esibirsi in una serata in programmazione presso “Areazelig” nella prossima stagione.
Crocchetta racconta, in modo diretto e senza filtri, quanto gli è successo: Ho avuto una stenosi aortica sottovalvolare che si è presentata, più volte, nel corso della mia infanzia. Ho subito, infatti, due interventi al cuore.
Anzi, raccontando quello che ho vissuto riesco a dargli il peso che ha”. Francesco con una sottile (ma non troppo) ironia scherza anche sul modo in cui vene visto dal Sistema sanitario nazionale, per il quale non sta “abbastanza male”: «Se ci riflettete – dice Bolignari - dopo due operazioni al cuore e un problema ai reni, sono invalido al 55%: la cosa è già comica così».
Ma qual è l’obiettivo di Francesco? Far ridere raccontando la sua vita: «Ho un bisogno patologico di farlo - scherza Crocchetta -. Tutti abbiamo una storia da raccontare. Nella mia sfortuna, sono fortunato ad avere qualcosa da narrare. E, spesso, accade che facendolo, crei una certa empatia con le persone. Come quella volta quando raccontai di essere il terzo all’interno di una relazione aperta.
Mi credevo super originale. Invece, c’erano tanti "empatici" (diciamo così) attorno a me. Insomma, siamo tutti molto più simili di quanto pensiamo. Abbiamo, con le nostre differenze, un sacco di cose in comune, e raccontando la mia vita colmo i miei vuoti e quello che mi manca per sentirmi completo come persona».
Francesco Bolignari ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della risata nel 2018, nel corso di un laboratorio comico chiamato “tAAAc – Comici cercasi” con “I Sansoni”, dove gli venne appioppato il soprannome di “Crocchetta”, per via della forma della sua testa. Insomma, una forma primordiale di body shaming, come ci scherza sopra lo stesso Francesco.
Nel 2020, capisce che la scrittura dei monologhi è la sua strada. Poi, a Milano, è approdato ai laboratori di Zelig e, tornato a Palermo, entra a far parte del laboratorio Comic 90100 di Tramp Management. Dallo scorso 16 marzo, è tra i finalisti di “Zelig Open Mic in tour”. Ora è carico e pronto per la finale, in programma a fine aprile.
«Non mi aspettavo un responso così potente e non so dire nemmeno il perché – racconta Francesco -. Sono il primo hater di me stesso. Inoltre, provengo dalle esibizioni nei locali, che sono, sì, un’ottima palestra per quel che concerne il contatto con il pubblico, ma, ovviamente, lo spazio teatrale è completamente differente, un’emozione unica che spero di poter replicare più e più volte a breve».
Crocchetta, però, ancora non si definisce un comico. O, almeno, come gli disse un autore: "Potrai definirti un comico solo quando avrai un tuo spettacolo e lo porterai in giro almeno per 10 date”. Nel suo sogno, il primo tour dovrà esaurirsi proprio a Palermo, la sua città.
Giù dal palco, Francesco Bolignari è un 24enne che si definisce molto meno euforico e pimpante di come appare durante le sue esibizioni. Sta per terminare la laurea magistrale in “Scienze dello spettacolo” all’Università degli Studi di Palermo e lavora in un’agenzia di comunicazione.
Sul suo futuro, ha le idee chiare e ritiene, negli ultimi tempi, di avere raggiunto una crescita personale tale da avergli fatto capire che è questo il momento per intraprendere la strada della comicità: «Ho, adesso, le idee chiare perché le ho avute confuse per 24 anni», dice Francesco.
È appassionato della cultura urban e della musica hip hop. Infatti, sul palco, quando si racconta, si sente un misto tra Kanye West e Pierino.
Pensando ad alcune figure cruciali, in questi primissimi passi della sua carriera, non ha dubbi: Federico de “I Sansoni” che, con la sua esperienza, gli ha fatto capire che occorre sempre andare avanti quando altri “consigliano” di lasciar perdere, e Dargen D’Amico: «d’ispirazione costante nella mia crescita personale e nella scrittura», conclude Crocchetta.
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