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Dai saggi a scuola ai palchi di mezzo mondo: chi è il tenore siciliano che canta (in cinese)

La storia di Giuseppe Mattarella, marsalese. Da anni gira il mondo esibendosi in Paesi lontani ma ha un sogno nel cassetto: realizzare un progetto nella sua terra

Jana Cardinale
Giornalista
  • 17 settembre 2024

Giuseppe Mattarella

Non è ancora chiaro se la musica è iscritta nel nostro DNA, eppure qualcuno la custodisce certamente nel cuore, fino al momento in cui decide di donarla al mondo. È il caso di Giuseppe Mattarella, marsalese di 44 anni, che da 30 vive il suo talento senza interruzioni e, da tenore, si esibisce finanche in Paesi molto lontani, tornando nella sua città natale ormai solo per amore della famiglia e per brevi periodi, fino a nuovi, prestigiosi e susseguenti impegni professionali.

La sua storia comincia in classe, da adolescente. «A scoprirmi è stato un mio insegnante di scuola media, che alla recita di fine anno mi sentì con questo vocione e mi portò sul palco per darmi modo di esprimermi in pubblico. Da allora hanno preso il via per me tanti piccoli concerti e diverse esibizioni e ho iniziato a spaziare studiando vari strumenti privatamente, seguendo poi master di perfezionamento, fino ad affidarmi al tenore venezuelano Miguel Sànchez Moreno, che per anni ha vissuto a Marsala e adesso è tornato in Sud America».
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«Ho iniziato in Sicilia, in provincia di Trapani, a Mazara del Vallo, nella chiesa Madre di Castellammare del Golfo, e poi sono arrivate le navi da crociera - racconta il tenore -. Per sei anni ho lavorato con Costa e poi c’è stata l’occasione di Msc; il tutto grazie a un mio collega, il pianista Leonardo Pavia, che ha fatto vedere un mio video a un agente, che mi ingaggiò immediatamente».

Giuseppe Mattarella suona il sax, il pianoforte, il clarinetto e la chitarra. Per i primi quattro anni del suo lavoro sulle navi si è esibito sempre in Asia, tra Pechino, Shanghai, poi in Corea, a Pusan, e a Nagasaki. «Sono uno dei pochi tenori che canta in cinese», dice.

Ha girato anche il Mediterraneo e molto in Spagna, tra Malaga, Barcellona, ed è stato persino in Russia. «Sul settore crocieristico non ci fermiamo mai. Lo scorso anno sono stato contattato da un’artista delle Barbados che mi ha proposto un evento che si chiama ‘A Taste of Romancia’, che tradotto sarebbe ‘Un Assaggio di Romanticismo’, e lì mi sono esibito con il mio repertorio di opere classiche e arie che, negli anni, ha raccolto apprezzamenti in ambito internazionale».

Presto, con Msc tornerà in giro per il mondo, già da metà ottobre, con un nuovo tour sulle navi da crociera, e di solito sta fuori fino al mese di maggio, per tornare per circa un mese a Marsala. «Sono felicemente sposato e padre di due figli che vivono a Marsala, e quando posso li faccio venire a bordo delle navi; quando me ne danno l’opportunità.

All’inizio non ero troppo contento di lasciare la mia famiglia per così lunghi periodi, ma loro mi hanno sempre supportato. La lontananza non è bella. Certamente sono felice per la mia carriera. I miei figli hanno 14 e 10 anni e anche loro sono musicisti.

La più grande - continua - studia al Conservatorio il flauto traverso, e mio figlio studia privatamente percussioni e batteria. Anche mia moglie ha un passato da pianista con studi al Conservatorio di Trapani. Poi si è laureata in Biotecnologie alimentari e oggi lavora presso una comunità di minorenni».

La musica era nel suo destino, dunque? «Non so dirlo. È successo e basta – dice Mattarella – e io la amo, anche se nei momenti più bui mi sono adatto a fare qualsiasi cosa per la mia famiglia. Ho spaziato, ma alla fine ha vinto la mia voce e la mia passione per ciò che voleva fare nella vita».

Oltre agli impegni già programmati, c’è anche un sogno nel cassetto, che il tenore marsalese continua a coltivare e che magari presto si realizzerà. «Continuo a portare avanti un progetto per il futuro assieme al mio amico Leonardo Pavia, che è quello di proporre qui a Marsala la Carmen. Un’opera complessa, con uno staff di ballerini, un soprano e un tenore oltre a un baritono lirico.

Occorre un budget adeguato, ma da qui alla prossima estate vorremmo riuscire nell’intento, magari al Complesso Monumentale San Pietro, che per me è il luogo ideale».
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